Il pestaggio subito da Stefano Cucchi fu “repentino e violentissimo, degno di teppisti da stadio“. A rivendicarlo, davanti alla prima Corte d’Assise di Roma, il pm Giovanni Musarò durante la sua requisitoria nell’aula bunker di Rebibbia, dove si sta svolgendo il processo bis per la morte del giovane geometra romano. l magistrato spiega come “contro una persona fragile, di poco superiore ai 40 chili, è stato sferrato un calcio quando era già a terra. Quel colpo ha provocato la frattura alla base cranica”. Secondo Musarò i responsabili diretti della morte del giovane sono i due carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo, aggiungendo che “Francesco Tedesco è l’unico in divisa e lui porta via Cucchi fermando il massacro. Proprio come aveva spiegato il carcerato Lainà, che ripeteva le parole di Stefano”.
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