Lobby

Mediaset, l’ingresso in scena del fondo Peninsula mette al sicuro la creazione del nuovo polo europeo della tv in chiaro

Mentre Vivendi studiava come bloccare il progetto Mfe, il gruppo ha fatto sapere che la holding guidata dall'ex top manager di Mediobanca Marsaglia sborserà fino a un miliardo per garantire il buon fine dei piani della famiglia Berlusconi. Entrerà in gioco nel caso in cui i francesi decidessero di uscire dal capitale

Fininvest chiude il cerchio sul riassetto di Mediaset e mette nell’angolo Vivendi. Gli investitori ne prendono atto con il titolo del Biscione in lieve recupero (0,69%). Segno che sono in molti ormai a dare per scontato il buon esito dell’operazione MediaForEurope (Mfe), la creazione del nuovo polo europeo della tv in chiaro e il rafforzamento del controllo da parte della famiglia Berlusconi. Tutto merito dell’ingresso in scena del fondo Peninsula, in cui recentemente è approdato l’ex Mediobanca Stefano Marsaglia. Mentre, infatti, i francesi studiavano come bloccare il progetto Mfe, Mediaset ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con il fondo che sborserà fino ad un miliardo per garantire il buon fine dei piani della famiglia Berlusconi.

Nel dettaglio, Peninsula acquisterà fino a 355 milioni di azioni Mfe derivanti dall’eventuale esercizio del diritto di recesso da parte di soci di Mediaset detentori di una partecipazione non inferiore al 5% del capitale e dal recesso di soci Mediaset España fino ad un massimo di 17,8 milioni di azioni Mfe. “L’impegno di Peninsula è condizionato, fra l’altro, al perfezionamento della fusione e ad un numero totale di azioni Mfe risultanti dal concambio delle azioni Mediaset e Mediaset España oggetto di recesso non superiore a 470 milioni, salvo ripristino del flottante al primo giorno di quotazione di Mfe”, ha spiegato la società in una nota.

In pratica, Peninsula entrerà in gioco nel caso in cui i francesi decidessero di uscire dal capitale di Mediaset esercitando il diritto di recesso. Per capire che cosa significa esattamente, bisogna fare un passo indietro ritornando all’ultima assemblea di Cologno Monzese. In quella occasione, Vivendi si è espressa contro il progetto Mfe senza escludere la possibilità di esercitare il recesso. Il punto è che il riassetto è subordinato al fatto che l’esborso massimo per il ristoro dei soci pronti a vendere le loro azioni non superi i 180 milioni. La somma, però, è ben al di sotto del valore della partecipazione (29%) di Vivendi che potrebbe teoricamente mandare all’aria l’intesa.

Di qui la mossa a sorpresa di Mediaset con Peninsula che mette in sicurezza il piano della famiglia Berlusconi. “Non avevamo problemi – ha spiegato il fondatore del gruppo, Silvio Berlusconi -, adesso c’è stata questa ulteriore offerta, ci è sembrato rafforzare l’immagine dell’operazione e quindi è stata accettata. Però avevamo già la possibilità di essere noi capaci di sostenere l’eventuale richiesta da parte dei soci di ridare le azioni”.

A questo punto, per i francesi si prospettano solo due opzioni. La prima è fare buon viso a cattivo gioco diventando azionista di MFE in attesa delle sentenze dei giudizi in corso contro Mediaset. La seconda è uscire di scena con una perdita che si aggira attorno a un euro per azione. Difficile che Vivendi scelga la seconda opzione. Se così fosse, Fininvest dovrà rassegnarsi all’idea di avere nel capitale un socio agguerrito ed invadente.