Il tribunale aveva concesso giorni fa a uno dei condannati di uscire dal carcere per festeggiare a casa il suo compleanno e sostenere un provino di calcio. La famiglia del vigilante: "A queste persone non venga scontato nulla"
La Corte di Appello di Napoli ha condannato a 16 anni e mezzo i tre giovani accusati di aver ucciso Francesco Della Corte, la guardia giurata colpita a morte con una spranga il 3 marzo 2018 davanti a una stazione della linea 2 della metropolitana della città partenopea, e deceduta in ospedale dopo oltre dieci giorni di agonia. La sentenza conferma la pena inflitta in primo grado, al termine del rito abbreviato, dal Tribunale dei minori di Napoli. Il pm aveva invece richiesto 18 anni di reclusione a testa. di una richiesta del pm di 18 anni di reclusione a testa.
“Mi auguro che a queste persone non venga scontato nulla, ma che la giustizia, come dovrebbe essere sempre e per tutti gli uomini in uno stato di diritto, faccia il suo corso”, aveva scritto su Facebook Marta Della Corte, la figlia della vittima, il giorno prima della sentenza. La vicenda in questi giorni è tornata in primo piano dopo la decisione del tribunale di concedere un permesso di uscita speciale dal carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, a uno dei tre condannati per festeggiare il suo diciottesimo compleanno a casa e sostenere un provino in una squadra di calcio nel beneventano. Alcune foto della festa sono finite poi sui social. Una decisione che aveva subito scatenato le polemiche, tra cui la disapprovazione della famiglia del vigilante.
“Non mi sono mai espressa direttamente tramite i social – aveva aggiunto Marta Della Corte su Facebook – perché queste “persone”, che nel tempo continuano a dimostrarsi di una pochezza inaudita, non meritano la mia attenzione. Ma ogni volta è veramente dura. Ci hanno costretto a vivere con il cuore a metà. Il tempo aggiusta le cose, dicono, ma non sempre”.