La convocazione era arrivata d’urgenza dopo l’avvio della cessione comunicata in tutta fretta ai sindacati. Ma anche il primo faccia a faccia tra il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, e l’ad di Whirlpool, Luigi La Morgia, per scongiurare il passaggio dello stabilimento di Napoli alla ‘misteriosa’ Prs-Passive Refrigeration Solutions SA di Lugano si è concluso con un nulla di fatto. Anzi, il clima non è stato affatto disteso e Mise ed azienda sono arrivati a scontrarsi nel corso della riunione.
Stando a fonti del Mise, Patuanelli ha “bruscamente” interrotto il tavolo dopo aver chiesto di ritirare la procedura di cessione, chiedendo scusa ai lavoratori e alle istituzioni: due precondizioni per iniziare la discussione nel merito. Ma La Morgia è rimasto tutto d’un pezzo e all’uscita dal ministero ha spiegato di aver avuto “un incontro di circa un’ora costruttivo” in cui “abbiamo ripercorso tutta la storia del sito” di Napoli: “Ci ha chiesto quale fosse la nostra posizione e noi abbiamo ribadito che oggi l’unica soluzione per salvaguardare i posti di lavoro sul Napoli e procedere con la riconversione del sito”. Parola che hanno spinto il Mise a replicare in via ufficiale per correggere la linea dell’azienda: “L’incontro non è stato costruttivo”.
Alla base c’è sempre la volontà di Whirlpool di cedere l’impianto, nonostante l’accordo firmato nel novembre 2018 per il rilancio degli stabilimenti italiani, compreso quello di Napoli dove sono impiegati 400 lavoratori. E nonostante il nuovo incentivo concesso per decreto dal governo gialloverde con 17 milioni di sgravi totali tra 2020 e 2021 per spingere la multinazionale a restare. Tutto inutile, decisione ormai presa e comunicata il 17 settembre: avvio della cessione a Prs da finalizzare entro il 1° novembre.
Il partner individuato viene descritto da Whirlpool come “leader” nel settore dei container refrigeratori e La Morgia ha ribadito che si tratta di una “soluzione solida”. Ma la storia ‘pubblica’ della Prs racconta altro. La tecnologia che l’azienda con sede a Lugano vorrebbe portare a Napoli è stata ideata da Alberto Ghiraldi, milanese classe ’47, che compare anche nel consiglio d’amministrazione con Rodolphe Schmid e Secondo Pannella. Mercoledì ilfattoquotidiano.it ha ricostruito una precedente avventura di Ghiraldi nel campo della “refrigerazione passiva” che sarebbe alla base dell’investimento a Napoli.
Negli anni scorsi aveva in mano una società, la Nomos, entrata in liquidazione volontaria nel 2012 e definitivamente fallita nel maggio 2017. Il tutto nonostante nel 2011 Finlombarda Gestione SGR avesse investito 1,5 milioni di euro attraverso il fondo Next. Prima della chiusura del fallimento, ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it l’attuale ad della ‘cassaforte’ della Regione Lombardia, Finlombarda ha “tentato di recuperare i crediti vantati, senza riuscirci”. Nelle scorse ore, Prs ha provato a fare chiarezza attraverso un’intervista rilasciata da Schmid al Corriere del Mezzogiorno: “Dobbiamo ancora riflettere sull’acquisto – ha spiegato – In ogni caso non riassumeremo tutti i lavoratori e per la partenza della produzione sono necessari almeno due anni”. E alla domanda sui “soldi veri” da investire per la riconversione, ha ammesso: “Questo è un problema che stiamo affrontando”.