Domenica 22 settembre è il Car Free Day, una giornata simbolica senza auto, per sensibilizzare sulla mobilità sostenibile decisa dal 2000 dalla Commissione Europea. Ma è possibile vivere senz’auto almeno per un giorno? Io lo faccio da otto anni, ma in Italia a tanti sembra ancora impossibile, anche per un solo giorno, anche di domenica.
Tante le amministrazioni che cascano dal pero: c’è chi fa finta di nulla, chi non ci pensa neppure, chi dice “car free che??”, c’è chi (come il Comune di Milano) prima aderisce ma poi ci ripensa, perché si accorge che coincide con la settimana della moda (come se le modelle fossero tutte azzoppate?). C’è chi (come il comune di Faenza) aderisce solo per metà giornata con un comico “Half Car Free Day”, per non scontentare nessuno. Così fino alle 12 il raduno d’auto del Gp Nuvolari fin dentro la piazza del Popolo, dalle 12 chiusura dei corsi al traffico.
“Purtroppo il raduno delle auto era stato deciso prima”, dicono gli amministratori. Forse non sanno che il car free day casca il 22 settembre da ormai 20 anni! E così invece di una prova di coraggio, il car free day è un po’ dappertutto un’operazione di facciata, un green washing talmente idrosolubile che non regge neppure un giorno intero… dovremmo organizzare un Car Free Year, altroché. C’è bisogno di impegno, costanza, coraggio e lungimiranza per riportare questo paese soffocato dalle auto e dal cemento ad un livello di vivibilità.
Visto che ci siamo, durante questo povero, bistrattato Car free Day proviamo almeno a riflettere e chiedere al nuovo governo che l’obiettivo sia ridurre il numero della auto, da 38 milioni attuali (record europeo per tasso pro capite di motorizzazione) a meno della metà (ed elettriche) tra pochi anni. Come?
1. Incentivare la rottamazione delle auto, ma solo per chi sostituisce la bici all’auto o usando il bonus per abbonamenti ai mezzi pubblici.
2. Portare a termine, migliorandola, la riforma del Codice della strada: introdurre zona 30 come norma in tutti i centri urbani (norma non inserita dal precedente governo), e obbligare i comuni a creare ampie zone pedonali davanti alle scuole.
3. Per eliminare il traffico davanti alla scuola, al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti vorrei anche chiedere di risolvere l’annosa questione dell’entrata/uscita da scuola dei minori di 14 anni, soprattutto alle primarie, dove ancora è impedito a discrezione delle dirigenti scolastiche. Siamo lo zimbello dell’Europa, i nostri bambini sono per la stragrande maggioranza accompagnati in auto, mentre nei paesi del Nord Europa vanno da soli in bici a piedi fin dalle prime classi delle elementari. Da noi la “premura” di scortare i bambini in auto si unisce al rendere le strade sempre più pericolose e sempre sempre più deserte di bambini.
Occorre una legge che dica chiaro e tondo che, se i genitori autorizzano, la scuola non può impedire ai bambini di uscire da soli (a meno di gravi e documentati motivi). E ovviamente, al contempo occorre spingere affinché sempre meno gente vada a scuola in auto. Far entrare la mobilità sostenibile tra i programmi didattici come materia da studiare e applicare: perché no?
4. Senza eccessivi costi, si potrebbero rendere le città più vivibili per i bambini e quindi per tutti: togliere i posti auto, restringere carreggiate e ampliare i marciapiedi, creare più sensi unici (con gimcane per rallentare il traffico), recuperando spazi per ciclabili e sensi unici eccetto bici.
5. Occorre porre freno alla cementificazione con una legge ad hoc (una proposta di legge è ferma dal 2014 in Parlamento), basta nuove villette fuori città che oltre a cementificare alimentano nuovo traffico. Secondo il Rapporto Ispra nel 2018 si sono persi 24 mq per ogni ettaro di area verde.
6. Per l’ennesima volta, chiediamo, come gruppo Famiglie senz’Auto, ai ministri dei Trasporti di rendere gratuiti i mezzi pubblici (treno, bus, tram) per i bambini e ragazzi fino ai 15 anni. In Trentino e in Lombardia i ragazzi fino 15 anni non pagano i mezzi pubblici, mentre nelle regioni del centro e Sud Italia i bus costano tariffa piena dai quattro anni, i trasporti sono poco capillari e poco efficienti, tantissime ferrovie sono state tagliate.
7. Occorre quindi investire (una sorta di Green New Deal) per estendere e rendere capillari le ferrovie e i tram (i tram furono demoliti con una politica vergognosa pro auto negli anni 60), integrando le tariffe e rendendole omogenee tra regioni.
8. Occorre incentivare gli spostamenti a piedi e in bici con ferie e giorni di permesso, o altre premialità. Ma prima di tutto, occorre togliersi “l’auto dalla testa”, cambiare mentalità, servono spot intelligenti per spronare le persone a “disintossicarsi” dalla dipendenza motorizzata.
Domenica scendiamo dall’auto e camminiamo/pedaliamo, tutti. Buon car free day, ovunque voi siate, con la speranza che duri più di una sola giornata!