“Le fiamme erano già arrivate alle portiere, non si potevano aprire. Dal finestrino spuntavano delle gambe, una ragazza cercava di uscire. Abbiamo fatto quello che avrebbe fatto chiunque altro. Abbiamo tirato e siamo riusciti ad estrarla dall’aereo. Lo stesso con una seconda ragazza. Dopo di loro, un uomo”. Racconta così alla giornalista Giuliana Ubbiali del Corriere della Sera, l’ex poliziotto in pensione la sua corsa disperata contro il tempo e le fiamme per salvare le quattro persone intrappolate nell’aereo da turismo precipitato ieri mattina appena dopo il decollo dall’aereoclub di Bergamo. Angelo Pessina, con un passato alla Narcotici di Milano, alla Squadra mobile e in Procura a Bergamo, dopo aver assistito all’impatto è stato il primo a intervenire sul posto insieme con l’amico Francesco Defendi.
In poco tempo è riuscito a estratto dall’ultraleggero Stefano Mecca, commercialista di 51 anni e vicepresidente dell’aeroclub di Orio al Serio, e due delle sue tre figlie decollate con lui per raggiungere Venezia. “Ne ho salvate tre poi mi sono dovuto arrendere”, aggiunge il poliziotto eroe. E continua: “Mi gridavano: ‘C’è dentro nostra sorella, salvatela’. Ma le fiamme erano troppo alte”.
Nello schianto ha perso la vita la figlia di 15 anni. La sua gemella e la sorella diciottenne sono state trasportate in ospedale, così come il padre: Mecca è stato ricoverato in un primo momento in gravissime condizioni al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e poi trasferito al Centro Grandi Ustionati di Verona. L’altra gemella è stata trasportata al Bolognini di Seriate e poi all’ospedale Niguarda di Milano, mentre la terza figlia, di 18 anni, all’ospedale Gavazzeni di Bergamo.