Lo scrittore britannico John Milton (1608-1674), autore del poema epico “Paradiso perduto”, aveva un’ammirazione sconfinata per William Shakespeare (1564-1616). La conferma arriva dalla scoperta del First Folio di Shakespeare, prima raccolta a stampa delle 36 opere teatrali del drammaturgo inglese, che appartenne allo stesso Milton. L’esemplare è stato ritrovato nel reparto dei libri rari della Free Library di Filadelfia (Usa), dove è stato identificato da due studiosi di letteratura inglese moderna.
La copia presenta centinaia di annotazioni ai margini delle pagine scritte a mano con molta probabilità dallo stesso Milton, la cui produzione fu notevolmente influenzata dall’autore di “Amleto”. Per celebrare la scoperta, la Free Library espone per un mese, fino al 19 ottobre, il First Folio insieme a una copia della prima edizione del capolavoro di Milton, “Paradiso perduto”. Il ritrovamento porta a 235 il numero totale delle copie del First Folio nel mondo (ne furono stampate 750 a Londra), la raccolta delle opere shakesperiane che fu preparata dagli attori John Heminges e Henry Condell nel 1623, sette anni dopo la morte del Bardo.
“È una delle scoperte archivistiche più sorprendenti e significative dei tempi moderni”, ha commentato lo storico della letteratura Jason Scott-Warren, professore dell’Università di Cambridge, dove dirige il Cambridge Centre for Material Texts. Scott-Warren ha identificato in Milton l’annotatore anonimo insieme alla professoressa Claire Bourne della Pennsylvania State University, che ha condotto uno studio sulla copia del First Folio conservata nella Free Library di Filadelfia dal 1944.
“Abbiamo riconosciuto la calligrafia di Milton nelle tante annotazioni autografe, è stata una grande emozione“, ha detto Scott-Warren in un’intervista al quotidiano londinese “The Guardian”. Oltre a numerose annotazioni ai margini delle pagine, il First Folio contiene anche una serie di sottolineature e di evidenziature dei testi che mostrano l’interesse dell’annotatore in particolare per opere come “Amleto”, “Romeo e Giulietta”, “Macbeth”, “La tempesta”, “Enrico IV”, Re Lear” e “Come vi piace”.
Scott-Warren ritiene che questi segni possano essere ricondotti al lavoro di Milton: “Il libro è pieno di sottolineature e penso che siano estremamente interessanti per conoscere il pensiero di Milton. Di fatto, abbiamo Shakespeare visto attraverso gli occhi di Milton. È davvero eccitante pensare che su queste pagine si sono incontrati due grandi scrittori, Shakespeare e Milton”. Scott-Warren ora intende collaborare con Bourne per scrivere una serie di articoli sulla “eccezionale scoperta letteraria”. “Queste annotazioni potrebbero essere state scritte di pugno da Milton, questa è la nostra ipotesi. Cercheremo altre conferme alla nostra ipotesi, anche facendo ricorso alla tecnologia digitale”.