Le botte iniziano quando il ragazzo scopre che la giovane fidanzata, rimasta incinta, decide di abortire. I due si lasciano, ma dopo poco si rivedono. La 15enne rimane ancora incinta. Questa volta non abortisce, ma decide, dopo ancora altri maltrattamenti, di lasciare il 26enne. Questo, non accettando la fine della storia, incendia il portone di casa della ex. È ora in carcere a Catania
Un’altra storia di maltrattamenti legati a una relazione sentimentale. Questa volta la vicenda ha coinvolto una ragazzina di 14 anni di un paesino dell’hinterland catanese vittima di insulti, minacce e botte da parte di un giovane di 24 anni dal quale era rimasta incinta due volte. La violenza inizia quando la 14enne decide di interrompere la gravidanza, decisione non condivisa dal fidanzato. A questo punto la ragazza lo lascia, ma per poco: i due ritornano a vedersi e lei rimane nuovamente incinta. Questa volta la giovane, che ha compiuto 15 anni, decide di non abortire, ma si convince, stanca dei maltrattamenti, a lasciare il 24enne.
Non rassegnandosi alla fine della storia, il ragazzo inizia ad appostarsi fuori casa della ex arrivando a bruciare la porta dell’abitazione e a colpire con oggetti metallici l’auto della madre della 15enne. A questo punto la giovane, aiutata dalla madre, si rivolge ai carabinieri. I militari riescono ad arrestare il 26enne sfruttando un altro episodio di aggressione: madre e figlia stanno per rientrare a casa quando vengono intercettate dal 26enne, che le insegue in auto e le sperona. L’inseguimento poi è stato bloccato dai carabinieri, avvertiti dalle due donne, che hanno fatto scattare le manette. Il giovane è ora rinchiuso nel carcere Piazza Lanza di Catania, l’arresto è stato convalidato dal Gip.