L'unico giudice che gli poteva subentrare ha deciso di rinunciare. Su di lui c'era stato un pressing, da parte della sua corrente - cioè Area, la componente considerata di centrosinistra - per un passo indietro, a causa di una vicenda disciplinare
Dopo quelle di ottobre ci saranno nuove elezioni suppletive al Consiglio superiore della magistratura. E questa volta si terranno, probabilmente, nel mese di dicembre. Serviranno per sostituire Paolo Criscuoli, il consigliere che si è dimesso la scorsa settimana dopo mesi di autosospensione. L’unico giudice che gli poteva subentrare, Bruno Giangiacomo, ha deciso di rinunciare. Su di lui c’era stato un pressing, da parte della sua corrente – cioè Area, la componente considerata di centrosinistra – per un passo indietro, a causa di una vicenda disciplinare. E’ stato lui stesso con una nota ad annunciare di aver “rassegnato” oggi al Capo dello Stato la sua rinuncia.
Giangiacomo, che è presidente del tribunale di Vasto, spiega così il suo passo indietro: “L’ ho fatto per esclusivo senso di responsabilità istituzionale e rispetto nei confronti del Presidente della Repubblica in considerazione della situazione di particolare eccezionalità venutasi a creare all’interno del Csm per fatti contestati in sede disciplinare ad alcuni ex componenti del Csm, del tutto estranei al fatto a me contestato nella stessa sede, che è molto risalente nel tempo e relativo a funzioni pregresse a quelle che oggi esercito”.
“Ribadisco che la mia rinuncia – sottolinea ancora – è dovuta solo alla particolare eccezionalità della situazione in cui si trova l’attuale Csm e non per un automatismo, non previsto dalla legge e che sarebbe lesivo della autonomia e indipendenza dell’organo di governo della magistratura, tra una contestazione disciplinare per fatti estranei alla attività del Csm e l’impossibilità di rivestire l’incarico elettivo di componente del Csm, tanto che in passato ciò non ha costituito motivo di rinuncia o dimissioni da quell’incarico”. Il 6 e 7 ottobre si terranno intanto le suppletive per eleggere due pm, al posto di altrettanti consiglieri che, come Criscuoli, si sono dimessi dopo essere stati coinvolti – seppur senza essere indagati – nell’inchiesta della procura di Perugia su Luca Palamara. In tutto sono 5 i togati che hanno lasciato il Csm per questa vicenda.