L'attore sbarca al cinema il 2 ottobre con “Io, Leonardo” il film d'Arte Sky, realizzato in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. Prossimo impegno sul set della nuova fiction Rai “Medical Reporter” e torna sulle polemiche social scatenate da una intervista sulla sua compagna
Irriconoscibile con i capelli lunghi e lo sguardo profondo, assorto nel genio di Leonardo Da Vinci. Incontriamo Luca Argentero in occasione della presentazione del film d’Arte Sky “Io, Leonardo”, al cinema dal 2 ottobre e realizzato in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. “Quello di Leonardo è stato un percorso assolutamente poco tradizionale perché da figlio illegittimo non ha potuto studiare e quindi si è formato in modo bizzarro. – racconta a FqMagazine Luca Argentero – E’ partito dall’osservazione, dallo studio. E’ entrato in bottega per imparare a dipingere. Erano tempi difficili perché chi aveva una situazione familiare al di fuori dall’ordinario, era ghettizzato ed escluso da qualsiasi possibilità e quindi questa cosa è stata per lui è stata un enorme dolore, ma anche la molla stessa che lo ha lanciato in uno studio quasi ossessivo. ‘Un uomo senza lettere’, se lo dice tra sé e sé, ma poi si domanda ‘perché devo fidarmi dei libri? Di qualcosa che ha qualcun altro ha studiato per me? Studio io, osservo io, decifro io il codice del mistero che si cela dietro le vene di una foglia, proprio io cerco di capire la similitudine tra le radici di una pianta e il sistema circolatorio di un corpo umano’. Quindi questo tipo di approccio scientifico deriva da una formazione emozionale, dura, sofferente ed è stato condizionato anche dalla sua sfera sessuale, le debolezze, il processo per sodomia che ha dovuto affrontare…”.
Per stessa ammissione di Argentero questa sfida professionale è stata dettata dall’incoscienza. “Tra fare e non fare, io faccio! E’ una regola che mi accompagna da una vita, sin dalla scelta anni fa di fare questo lavoro: nel dubbio faccio! – ci spiega – Questa volta ero terrorizzato, ma ero tranquillo perché non è la prima volta che Sky affronta queste tematiche, i grandi geni dell’arte. C’è una tale qualità certificata in quello che hanno prodotto, che mi sono affidato totalmente, mi sono sentito protetto dalla qualità”.
Entrare nel genio di Leonardo ha permesso ad Argentero di andare a fondo delle cose. “Ci soffermiamo alla superficie, quando si dice ci si ferma soltanto al titolo e raramente si legge l’articolo”. E a questo proposito qualche giorno fa Luca Argentero è stato al centro di polemiche social in seguito ad una intervista rilasciata al settimanale “Oggi”, in cui ha parlato della sua relazione con la compagna Cristina Marino, definendola “molto poco femminista”. Dopo qualche ora l’attore, colpito da polemiche e insulti, ha pubblicato una foto in mezzo alla vallata con una didascalia secca: “La vastità…”.
“Specifico che la foto della vastità era riferito agli insulti e non all’argomento trattato, ci mancherebbe altro. – dichiara Argentero – Faccio le mie scuse sull’utilizzo improprio di alcuni termini riportati dalla giornalista perché quelle quattro righe dell’intervista su cui si è scatenato di tutto, sono la sintesi della sintesi dei 45 minuti di chiacchierata. Estrapolata e sintetizzata da mani non mie. Sicuramente posso aver utilizzato in modo improprio un termine e c’è da dire che si fraintende anche il tono. Perché quando ho parlato con la giornalista era tutto in tono scherzoso, divertente, poi è ovvio che se leggi tutto nero su bianco fa un altro effetto e qualcuno, di conseguenza, può essersi sentito toccato nel profondo. Ho capito, ma già lo sapevo, che ci sono persone che si battono quotidianamente per i diritti delle donne. In quel contesto però stavo parlando di me e della mia compagna. Che poi a me piaccia offrire la cena alla mia donna, e lo rivendico, non c’è nessuno che mi possa impedire dal farlo, capisco che possa risultare maschilista, ma cosa posso farci? Sono così, l’atto di gentilezza non lo faccio solo alla mia compagna, ma anche ad una mia amica, a una conoscente o a una passante. Però mi è stato detto ‘perché tu non sai che le donne non pagano la cena perché era un’epoca in cui le donne non potevano lavorare, quindi la tradizione risale a tanto tempo fa’. Vero, però io vivo nell’oggi e per me pagare una cena è solo sintomo di galanteria, non vedo il significato che gli si dà. Parliamo anche di libertà di pensiero e sia chiaro che non sto mettendo in discussione decenni di lotte al fianco della donne”.
Gli insulti in Rete però sono stati tantissimi: “Mi sono divertito una cifra a leggere certe cose – rivela Argentero – ho sperimentato la shitstorm! Ho screenshottato un sacco di cose che mi hanno scritto. C’erano anche degli amici preoccupatissimi che mi hanno chiamato: ‘Oh Luca, ma come va? Stai bene? Sappi che se hai bisogno…’ e io ‘Ma che stai dicendo?’ (ride, ndr). Comunque ho capito come funziona il fenomeno dello shitstorm e il 90% è fatto di top trend. Se il tuo nome è lì, la gente ti individua e, a prescindere che gliene freghi e non gliene freghi, parte la caccia al singolo like. Quindi se una persona vede che quella polemica va in una direzione, in quel momento preciso, la cavalca, commenta e nonostante nella normalità nessuno la consideri, all’improvviso ha venti like in un colpo solo!”.
Ma le critiche costruttive non sono certamente un problema per Luca. “L’altro giorno mi hanno passato il link di una ragazza che sviscerava gli argomenti dell’intervista, – dice – il suo eloquio era garbato, certo c’era la presa per il culo, ma era accettabile e ha specificato qual era l’oggetto della sua critica, ma in quel caso ci ha messo la faccia e aveva ragione. Siamo in una fase di transizione col digitale, ci vorrebbero un paio di regole in più per gli insulti, che siano identificati gli autori! Se per strada qualcuno mi insulta lo vedo, ne parlo e mi confronto, ma così l’insulto gratuito così a prescindere, non ha senso”.
Archiviate le polemiche, Luca dopo “Io, Leonardo” sarà alle prese sul set della nuova fiction di Rai Uno “Medical Report”. “Per la prima volta vestirò i panni del medico. Sarò un primario di medicina interna. Ho studiato un po’ di cose. E’ un reparto pazzesco, non facile, dove devi essere pronto a fare una diagnosi in maniera tempestiva. Un ruolo bello e impegnativo”.