Uno specialista di categoria e di periferia, capace di costruire squadre solide ma sempre votate al divertimento. Sarà per questo che in tutte le città, tante, in cui si è ritrovato ad allenare – dalla sua Romagna alla Toscana, fino alla Puglia e alla Sicilia – il ricordo di Walter Nicoletti è sempre positivo. Nicoletti è morto nella notte a Rimini, dopo una lunga malattia che lo aveva privato dei baffi, segno di riconoscimento numero uno del mister romagnolo, nato a Sant’Arcangelo nel 1952. Nonostante la malattia, Nicoletti aveva continuato a ricoprire il proprio ruolo di consigliere dell’Aiac, l’associazione italiana allenatori, e di docente di tecnica calcistica a Coverciano.
Insegnante di educazione fisica, ha avuto una lunga carriera come tecnico. Aveva iniziato come calciatore in porta, nella giovanili del Cesena, ma smise presto. Poi iniziò ad allenare nella sua Romagna: Sammaurese, Savignano, Santarcangiolese. I primi importanti successi li ottenne nella Vis Pesaro vincendo due campionati di fila, Interregionale e C2. La prima panchina importante in B, a Taranto, nel 1990. Lungo il suo curriculum: Giarre, Empoli, Pisa, Trapani, Gualdo, Livorno, Cesena dove in B venne licenziato alla vigilia dello spareggio di ritorno contro la Pistoiese (poi perso dai romagnoli) per restare in cadetteria. Guidò poi la stessa Pistoiese, inoltre Spezia, Lucchese e Spal ultima panchina nel 2005. Lascia un figlio e una figlia.
Un episodio curioso lo riguarda per una boutade di Enrico Preziosi, ora come allora presidente del Genoa. Nel 2011, pressato dai cronisti, Preziosi rispose con un nome da lui considerato comune alla domanda su chi sarebbe stato l’allenatore dei rossoblu: “Nicoletti”. Così il Secolo XIX intervistò l’unico tecnico che si chiamava Nicoletti, nonostante la sua ultima panchina fosse stata sei anni prima alla Spal. Nicoletti rispose nell’unico modo possibile cioè che aveva accolto la citazione di Preziosi con piacere e che, nel caso, sarebbe stato felicissimo di allenare il Genoa. Ma era chiaro che quella di Preziosi fu solo una provocazione per superare l’insistenza dei giornalisti. L’allenatore del Genoa, poi, sarebbe diventato Alberto Malesani.
Nicoletti non ha mai allenato in serie A, ma sfiorò la promozione in B con il Gualdo Tadino una specie di miracolo che ne vale l’intensità. L’allenatore romagnolo arrivò nella cittadina umbra – meno di 15mila abitanti – nel campionato 1996-1997, subito dopo la morte della moglie, prendendo il posto a dicembre di Giuliano Sonzogni. Riconfermato l’anno successivo, guidò il Gualdo al testa a testa con Cosenza e Ternana per la conquista della promozione diretta in B. Alla fine la squadra andò ai playoff dove fu sconfitta dalla Nocerina per un gol fuori casa. Una prestazione che andò oltre al significato sportivo: fu quello l’anno in cui il terremoto sconvolse l’Umbria e la difficile strada della ricostruzione passò anche dai successi della squadra di calcio.