Per il garante la società del gruppo Atlantia vìola la disciplina che ha come obiettivo quello di creare un mercato integrato dei pagamenti elettronici in euro. L'avvio di un procedimento è stato notificato nell'ambito delle ispezioni effettuate il 23 settembre in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Telepass si difende: "Mai adottato alcuna pratica di Iban discrimination"
Sospetta discriminazione dei consumatori che intendono pagare con conti correnti esteri. E’ l’ipotesi in base alla quale l’Antitrust contesta a Telepass la “possibile violazione della disciplina di derivazione comunitaria che vieta di impedire o applicare condizioni diverse ai consumatori che intendano pagare attraverso domiciliazione su conti correnti esteri, la cosiddetta Iban discrimination”.
L’avvio di un procedimento sulla società del gruppo Atlantia, per verificare se siano state violate le norme europee, è stato comunicato dalla stessa autorità garante per la concorrenza e notificato nell’ambito delle ispezioni effettuate il 23 settembre dalla stessa Antitrust in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Dalle informazioni raccolte sembra, infatti, che non sia possibile attivare il servizio Telepass se il consumatore intende pagare attraverso un conto corrente estero. Questo è contrario alla norma di cui al decreto legislativo 135 del 18 agosto 2015 di attuazione del Regolamento Ue 260/2012, che ha come obiettivo quello di creare un mercato integrato dei pagamenti elettronici in euro.
Telepass si difende dichiarando, in una nota, di non aver “mai adottato alcuna pratica di Iban discrimination, come comprova il fatto che diverse migliaia di clienti della società risiedono e hanno conti correnti in Paesi europei al di fuori dell’Italia, e che Telepass è il principale sistema di tele-pedaggio attivo in 13 Paesi europei”. E poi aggiunge: “Come tutte le piattaforme di pagamento, Telepass richiede l’identificazione dei nuovi clienti online. Operazione che viene delegata agli istituti bancari presso i quali risiede il conto dove vengono addebitati i pedaggi. L’istruttoria dell’Antitrust riguarda un numero limitatissimo di clienti con conti su banche estere, circa una decina di persone negli ultimi due anni su un totale di 6 milioni di utenti, per i quali non è stato possibile ottenere adeguate garanzie di riconoscimento. Tali pratiche di identificazione del titolare del contratto Telepass sono infatti necessarie per tutelare i consumatori, in Italia come all’estero, evitando che chiunque possa aprire contratti indicando in modo illecito Iban di terze persone”.