L’Agenzia del farmaco italiana ha disposto il divieto di utilizzo “a scopo precauzionale” di “tutti i lotti commercializzati in Italia di medicinali contenenti ranitidina“. Dopo che, solo il 20 settembre scorso, era stato disposto il ritiro dalle farmacie e dalla catena distributiva dei lotti prodotti presso l’officina farmaceutica SARACA LABORATORIES LTD – India, oggi è stata diffusa la lista di altri medicinali di cui viene vietato l’utilizzo “in attesa che vengano analizzati”. Tra questi figurano 516 lotti di farmaci: 12 del Buscopan antiacido (compresse effervescenti da 75 mg), lo Zantac (compresse, compresse effervescenti, fiale e sciroppo), il Ranidil (fiale, sciroppo, compresse), Zentiva, Hexal iniettabile, Ulcex, Raniben. L’elenco completo è stato pubblicato sul sito dell’Aifa (leggi qui).
Il 20 settembre scorso, scrive l’Aifa nel suo comunicato, altri farmaci erano stati invece ritirati “per la presenza, in alcuni di questi lotti, di un’impurezza denominata N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani)”. Proprio la NDMA “è classificata come sostanza probabilmente cancerogena per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla base di studi condotti su animali. È presente in alcuni alimenti e nelle forniture di acqua, ma non ci si attende che possa causare danni quando ingerita in quantità molto basse”.
L’intervento dell’Aifa è avvenuto in concomitanza di “provvedimenti analoghi” che “sono stati assunti o sono in corso di adozione negli altri Paesi dell’Unione Europea e in diversi paesi extraeuropei”. Sotto osservazione c’è appunto “la ranitidina (antagonista dei recettori H2 dell’istamina)” che, come viene ricordato dall’Aifa, “è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. È commercializzata in Italia sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse, sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso”.