Il Tribunale dell’Unione Europea (Tue) ha annullato la multa da 33,6 milioni di euro decisa dalla Commissione Europea alla banca Hsbc per aver partecipato ad un accordo illegale di manipolazione dei tassi di riferimento come l’Euribor, ritenendo “insufficiente” la giustificazione fornita dalle autorità comunitarie. Nella sentenza, il tribunale lussemburghese conferma ampiamente la dichiarazione dell’esecutivo comunitario secondo cui Hsbc ha posto in essere una pratica contraria alle regole di concorrenza. Tuttavia, ha annullato l’ammenda in quanto la motivazione era “insufficiente”. La sanzione, resa pubblica a Bruxelles nel dicembre 2016, aveva coinvolto anche Crédit Agricole e Jp Morgan. Complessivamente, le tre multe valevano 485 milioni di euro.
Il faro di Bruxelles si era acceso su sette banche, accusate di aver siglato un’intesa tra il settembre 2005 e il maggio 2008 relativa al tasso Euribor. Ma Barclays, Deutsche Bank, Rbs e Société Générale avevano accettato di risolvere il contenzioso seguendo le indicazioni della Commissione. Per le altre tre (Hsbc, Credit Agricole e JPMorgan Chase), che si erano rifiutate, erano arrivate le sanzioni. Nella decisione odierna, la Corte Ue ha ritenuto che la Commissione abbia erroneamente qualificato come infrazione due discussioni, nel corso delle quali gli operatori di Hsbc avevano scambiato informazioni sulle loro posizioni di negoziazione con altri operatori di altri istituti. Inoltre, i giudici di Lussemburgo hanno ritenuto che, nel calcolare il valore della multa, la Commissione non abbia fornito una spiegazione sufficiente dei motivi per i quali il coefficiente di riduzione – cioè il calcolo su cui si basa l’importo della sanzione – era stato fissato al livello preciso del 98,849%, e di non essere quindi in grado di “svolgere il proprio controllo su un elemento della decisione che può aver inciso in modo significativo sull’ammenda inflitta a Hsbc”. Pertanto, l’ammenda è stata annullata per “insufficienza di motivazione”.