La piccola, precipitata per otto piani nella tromba delle scale di un palazzo con la madre che è morta sul colpo, è arrivata in ospedale con frattura al bacino, lesioni alla milza e contusioni polmonari. Palazzo Marino: "Il nucleo familiare, su disposizione del Tribunale, era già da tempo in carico ai servizi sociali, senza che la magistratura avesse fatto decadere completamente la responsabilità dei genitori"
È in prognosi riservata ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Niguarda la bambina di due anni precipitata per otto piani nella tromba delle scale di un palazzo del centro di Milano con la madre che è morta sul colpo. La piccola – che era arrivata in pronto soccorso con frattura al bacino, lesioni alla milza e contusioni polmonari – ha subito ieri alcuni interventi ed è intubata.
Il padre della piccola potrebbe procedere contro i servizi sociali a cui era la bimba era affidata. “La responsabilità è dei servizi sociali del Comune di Milano che avrebbero dovuto vigilare e non l’hanno fatto, è una tragedia annunciata – dice all’Ansa l’avvocato Daniela Missaglia, legale dell’uomo – Perseguiremo tutte le strade. Alla donna, appartenente a una famiglia benestante come scrive il Corriere della Sera, erano stati già tolti due figli avuti da un altro uomo. La 43enne, che in passato avrebbe avuto problemi di tossicodipendenza e pare soffrisse disturbi psichici, temeva che la bimba le venisse tolta: giovedì era prevista un’udienza. Il Comune ha risposto che “da quando la situazione è stata segnalata, sono stati messi in atto tutti gli interventi ritenuti necessari, aggiornando continuamente il Tribunale sulle azioni intraprese”.
“Avrebbero dovuto vigilare sulle prescrizioni disattese dalla donna, che doveva rimanere in una casa comunità ma non lo faceva. C’erano violazioni importanti da parte sua, tutte spie di un allarme che è stato sottovalutato” aggiunge l’avvocato, che assiste sul fronte civilistico il papà, assieme all’avvocato Giuseppe Principato (sul fronte penalistico). L’avvocato Missaglia ha anche spiegato di avere inoltrato diverse richieste al Tribunale per i minorenni di Milano affinché “venisse emesso un provvedimento di protezione immediata” per la bambina, per toglierla, in sostanza, dalla collocazione presso la madre. I giudici, però, ha chiarito il legale, “non hanno emesso alcun provvedimento, ma hanno soltanto anticipato un’udienza per l’audizione delle parti, inizialmente fissata per ottobre, a dopodomani”, ossia al 26 settembre. L’avvocato ha aggiunto che la donna “aveva già manifestato istinti suicidari”. Il padre, ha proseguito, “ha metaforicamente urlato nei confronti di chiunque, perché l’epilogo di questa vicenda era annunciato”. Ora, ha proseguito il legale, “c’è il miracolo di questa bambina”, che si è salvata e lotta in terapia intensiva all’ospedale Niguarda, “e poi le responsabilità le andremo a vedere, perseguiremo tutte le strade“.
“Pur comprendendo il momento drammatico che il suo assistito sta attraversando”, è stata la replica di Palazzo Marino, “il Comune precisa che il nucleo familiare, su disposizione del Tribunale, era già da tempo in carico ai servizi sociali, senza che la magistratura avesse fatto decadere completamente la responsabilità dei genitori della bimba. Da quando la situazione è stata segnalata, sono stati messi in atto tutti gli interventi ritenuti necessari, aggiornando continuamente in Tribunale sulle azioni intraprese”. Il Comune sottolinea anche, “per completezza dell’informazione, che le decisioni sulla responsabilità genitoriale e l’eventuale allontanamento dei minori dai genitori è una competenza esclusiva del Tribunale per i minorenni a cui i servizi sociali hanno il compito di relazionare periodicamente, cosa che è stata fatta puntualmente, l’ultima volta alcuni giorni fa”. “I servizi sociali sono a disposizione delle forze dell’ordine che stanno svolgendo le indagini e hanno già fornito tutte le informazioni in loro possesso agli organi competenti”.