Partiranno il 2 ottobre da Delhi, in India. Davanti a loro 14mila chilometri da percorrere attraversando 10 Paesi in dodici mesi per arrivare nella sede delle Nazioni Unite, a Ginevra, il 26 settembre 2020. Mancano pochi giorni all’avvio della Jai Jagat, la Marcia globale della pace e della giustizia, che quest’anno celebra i 150 anni dalla nascita del Mahatma Gandhi. Alla marcia aderiscono centinaia di organizzazioni indiane, tra cui il movimento pacifista ambientalista di Vandana Shiva, e altre da oltre venti paesi in tutto il mondo. In tutto, è previsto che a camminare saranno in 10mila e che l’evento avrà impatto su oltre dieci milioni di persone.

Rajagopal P.V., attivista gandhiano, fondatore del gruppo Ekta Parishad, nel presentare l’iniziativa, ha spiegato che la marcia si richiama al principio della nonviolenza del Mahatma Gandhi, intesa come strumento per il cambiamento globale: “Contemporaneamente alla marcia che partirà dall’India, iniziative analoghe si svolgeranno in vari paesi del mondo: Senegal, Francia, Germania e Regno Unito; tutte confluiranno a settembre dell’anno prossimo a Ginevra”, ha detto Rajagopal.

“La Jai Jagat si propone di risvegliare la sensibilità a livello globale su quattro temi che consideriamo i pilastri per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite: lo sradicamento della povertà, la cancellazione dell’esclusione sociale, l’intervento urgente sulla crisi climatica, la riduzione dei conflitti attraverso la nonviolenza”. Nei primi quattro mesi la marcia percorrerà gli stati indiani, per poi attraversare l’Iran passando da Shiraz; arrivata in Europa, si dirigerà verso Ginevra, dopo avere attraversato i Balcani. In Italia, le iniziative della Jai Jagat sono affiancate dal movimento OraWorldMandala, fondato dall’artista pacifista italiana Sonia Deotto, attiva in India e Messico.

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