E' stato tra gli uomini politici con la carriera più lunga in Europa. In Francia è ricordato per essersi opposto all'intervento americano nel 2003 e nel 2002 affrontò al secondo turno Jean-Marie Le Pen. Nel 2011 è stato condannato per corruzione nell'ambito di un'inchiesta su impieghi fittizzi per quando era sindaco a Parigi
E’ morto a 86 anni l’ex presidente della Repubblica francese Jacques Chirac. Esponente di centrodestra, vantava una delle carriere politiche più lunghe in Europa: è stato eletto due volte capo dello Stato (1995, 2002) e due volte primo ministro (1974, 1986). E’ stato sindaco di Parigi e ministro dell’Interno. Si era ritirato da diversi anni dalla vita pubblica e viveva con la moglie Bernadette nella sua casa a Parigi. Nel 2005 era stato vittima di un ictus e da tempo era molto malato. All’annuncio della sua scomparsa, i deputati dell’Assemblée Nationale si sono alzati in piedi e hanno osservato un minuto di silenzio. L’attuale presidente Emmanuel Macron ha annullato gli impegni di giornata e ha annunciato che stasera alle 20.00 parlerà alla nazione.
Chirac, noto con il soprannome di “bulldozer” della politica, è stato tra i presidenti più amati dai francesi che, in un sondaggio Ifop del 2015, lo elessero come il “preferito” davanti a François Mitterand e Charles De Gaulle. In particolare, il ricordo più apprezzato risale al 2003, quando guidò il fronte del no alla guerra in Iraq a fianco degli Stati Uniti. Le sue presidenze furono inoltre segnate dall’adozione dell’euro, dal taglio del mandato presidenziale da sette a cinque anni, dal riconoscimento della responsabilità della Francia nei crimini nazisti, dalla fine del servizio militare. Il primo mandato nel 1995 fu caratterizzato da forti misure di austerità e un pacchetto di riforma delle pensioni che portò i francesi in piazza per uno sciopero di massa considerato il più grande dopo le proteste del maggio ’68. Nel 2002 invece venne rieletto dopo che, per la prima volta nella storia il Front National di Jean-Marie Le Pen arrivò al ballottaggio. Chirac vinse con l’82 per cento dei voti, ma grazie soprattutto alla decisione del centrosinistra di appoggiarlo per frenare l’avanzata dell’estrema destra. Due sconfitte nella corsa all’Eliseo – nel 1981 e nel 1988 sempre contro Francois Mitterrand – non lo fecero desistere e al terzo tentativo centrò l’obiettivo.
Una volta persa l’immunità presidenziale, nel 2011 Chirac fu condannato per corruzione nell’ambito del dossier dei falsi impieghi al Comune di Parigi con le accuse di appropriazione indebita di fondi pubblici, relative al suo periodo alla guida della capitale. L’ex presidente ha continuato a contestare la decisione dei giudici, ma ha deciso di non fare appello “a causa dell’età e delle sue condizioni di salute”. E’ stato il primo ex capo di Stato a essere condannato per corruzione.
Tra i primi a commentare la notizia, è intervenuto il leader de la France Insoumise Jean-Luc Mélenchon: “La storia di Francia volta pagina”, ha scritto su Twitter. “Accogliamo la tristezza perché ha il suo motivo di essere. Amava la Francia più di altri da allora. E per questo, gli siamo riconoscenti”. Poi è stato il turno di Marine Le Pen: “Nonostante tutte le divergenze che potessimo avere”, ha scritto l’esponente del Rassemblement national, “ha amato la Francia ed è stato il presidente capace di opporsi alla follia della guerra in Iraq”. La portavoce della Commissione europea Mina Andreeva, ha riferito la commozione di Juncker “perché”, ha detto, “non solo l’Europa perde un grande statista, ma il presidente perde un caro amico personale. Juncker paga tributo e onora il lavoro di tutta una vita: l’eredità di Chirac per la Francia e l’Ue resterà per sempre con noi”.
Francois Hollande, ex presidente francese socialista, lo ha definito “un combattente, che “seppe stabilire un legame personale con i francesi. L’attuale sindaca di Parigi Anne Hidalgo invece ha dichiarato: “Parigi è in lutto, per noi parigine e parigini sarà per sempre il nostro sindaco, che amava appassionatamente la sua città e i suoi abitanti”. Le bandiere di tutti gli edifici della capitale saranno esposte a mezz’asta.