Nel prossimo anno, Raggi dovrà giocare alcune partite importanti col governo, a iniziare dalla riforma di Roma Capitale, passando per l’emergenza abitativa per finire con l’impervio tentativo di riportare la normalità sul versante rifiuti. Così dopo il rimpasto in giunta voluto dalla prima cittadina, il consigliere comunale di Bologna e membro dell’associazione Rousseau "garantirà maggiori vasi comunicanti con il M5s nazionale"
Massimo Bugani è il nuovo capo dello staff di Virginia Raggi a Roma. Il consigliere comunale di Bologna e membro dell’associazione Rousseau, era momentaneamente uscito di scena ai primi di agosto, dopo una furibonda lite con l’allora vicepremier Luigi Di Maio, di cui era capo segreteria, e poi era tornato durante la crisi di governo. Un rapporto, quello con il capo politico del M5s, esploso – a suo dire – dopo un’intervista in cui Bugani auspicava un riavvicinamento fra lo stesso Di Maio e l’altra “anima” del movimento, Alessandro Di Battista. “Da oggi inizia una nuova sfida ed è proprio all’interno della sfida che si nasconde la felicità”, ha commentato lui sui social, poche ore dopo l’annuncio arrivato su Twitter da parte della sindaca capitolina.
La ratio della scelta di Bugani – E forse, oltre alla lunga militanza nel M5s, proprio i rapporti non esattamente idilliaci con Luigi Di Maio accomunano Max Bugani e Virginia Raggi – la sindaca sconta ancora la scelta di manifestare solidarietà alla famiglia rom di Casal Bruciato contro il parere del leader pentastellato – mentre entrambi ad oggi godono di una stima “incondizionata” da parte di Di Battista. Tanto è vero che, a quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it, l’idea di far arrivare Bugani in Campidoglio si sarebbe concretizzata grazie alla mediazione dal gruppone dei parlamentari romani, gli stessi che nei giorni scorsi hanno benedetto il rimpasto “politico” in giunta voluto dalla prima cittadina.
“È la ciliegina della svolta politica in questo rimpasto – spiegano da Palazzo Senatorio – Garantirà maggiori vasi comunicanti con il M5s nazionale e una maggiore caratterizzazione politica” e allo stesso tempo “lei si rafforza nel movimento in vista del tornante finale”, è la lettura. Nel prossimo anno, Raggi dovrà giocare alcune partite importanti col governo, a iniziare dalla riforma di Roma Capitale, passando per l’emergenza abitativa per finire con l’impervio tentativo di riportare la normalità sul versante rifiuti. Temi sui quali è impossibile trarre qualcosa di buono viaggiando nell’isolamento in cui il Campidoglio ha vissuto nell’ultimo anno e mezzo.
Si lavora al Raggi-bis nel 2021: l’opzione ‘lista civica’ – L’insistenza dell’aggettivo “politico” a caratterizzare il rimpasto di Giunta, l’ingresso dei consiglieri più influenti (e fedeli), l’arrivo di Bugani, il coinvolgimento attivo dei parlamentari romani. E una costante presenza della sindaca sui social e sul territorio. Cosa sta succedendo? Trarre il massimo da questi ultimi 20 mesi di mandato è l’obiettivo a breve termine, ma ricandidare Virginia Raggi a sindaca nel 2021, a quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it è quello a lungo termine. Con quale formula è molto presto per dirlo, ragionando in termini di “era geologica”. Fatto sta che in Campidoglio vogliono farsi trovare pronti, qualsiasi cosa accada sul fronte politico.
Tecnicamente, la riforma interna del ‘mandato zero’ esclude Raggi dalla possibilità di ricandidarsi con il simbolo del M5s, ma chi le è vicino è convinto che i “soli” tre anni di opposizione a Marino possano valere una deroga (che però non fu accordata a Fabio Fucci a Pomezia). In caso contrario, l’opzione sarebbe quella di una “lista civica Raggi”, con Virginia candidata sindaco – e i suoi fedelissimi dentro – e il M5s a suo sostegno. “È l’unica soluzione possibile”, si dicono convinti sia sul fronte capitolino che su quello parlamentare, grazie agli umori rinvigoriti dal +0,3% sulla media nazionale fatta registrare alle ultime europee e dal primo bilancio in attivo chiuso da Atac nella sua storia recente, grazie al concordato preventivo fortemente voluto esattamente 2 anni fa.
Un indizio, in chiave elezioni 2021, arriva anche dal capogruppo capitolino, Giuliano Pacetti, che dopo aver presentato personalmente in nuovi assessori, lunedì scorso, oggi azzarda: “Ad oggi, da Statuto del M5s, nelle elezioni locali ci si presenta da soli o al massimo, come votato dagli iscritti, ci possono essere alleanze con liste civiche. Mi sento quindi di escludere, al momento, che nelle elezioni comunali del 2021 il M5s possa presentarsi insieme al Pd”. Con le parti che, comunque, potrebbero sempre convergere in fase di ballottaggio.