Lo aveva detto anche Paolo Maldini prima del fischio d’inizio del match contro il Torino e la doppietta di Belotti che ha sancito la sconfitta del Milan non sembra aver cambiato l’idea della dirigenza rossonera: Marco Giampaolo resta l’allenatore. La panchina dell’ex tecnico della Sampdoria non traballa, nonostante dopo 5 giornate di Serie A i punti raccolti siano appena 6, frutto di due vittorie e 3 sconfitte. Compresa quella bruciante contro l’Inter in un derby senza emozioni e senz’anima.
Però, nonostante tutto, il club (Maldini dixit) ha fatto una “scelta precisa” e quindi c’è “totale fiducia” nel tecnico perché “sappiamo che per mettere in pratica le sue idee serve tempo”. Quindi l’ex terzino e bandiera rossonera si è lanciato in un paragone importante: “Questi momenti ricordo che li abbiamo passati anche con Sacchi e dopo qualche mese sappiamo come è andata”. Parole pronunciate prima del k.o. subito a Torino, in rimonta. Ma durante i 90 minuti – almeno rispetto alle prime 4 uscite – i rossoneri hanno in fin dei conti mostrato degli sprazzi di luce.
Per dirla con l’allenatore sotto accusa: “La partita è stata in controllo, non abbiamo avuto il cinismo di chiuderla. Abbiamo avuto delle occasioni senza rischiare nulla fino all’1-1, poi è cambiato tutto. Queste partite bisogna vincerle, abbiamo avuto parecchie occasioni. Ma ci ritroviamo a commentare la miglior partita giocata fin qui dal Milan, ci sono stati degli errori ma la sconfitta non ci sta”.
Domenica a San Siro arriva la Fiorentina, fresca di prima vittoria stagionale e banco di prova. I Viola dell’ex Vincenzo Montella sono squadra da inserire nella stessa ‘fascia’ dei rossoneri e hanno avuto identiche difficoltà nel primissimo spezzone di campionato. Il faccia a faccia nel posticipo è destinato a chiarire parecchi aspetti dello stato di salute di entrambe le squadre. E anche della reale solidità della panchina di Giampaolo.