I motivi che stanno alla base dell’iniziativa risalgono al dicembre del 2018, quando l’ex maggioranza gialloverde ha approvato il cosiddetto decreto Semplificazioni. Al suo interno era contenuta una modifica dell’articolo 560 del codice di procedura civile che lo stesso Bramini ha contribuito a scrivere (tanto che fra gli addetti ai lavori oggi si parla proprio di “legge Bramini”). Cosa prevede? “Che un debitore non possa essere cacciato con la forza dalla propria abitazione finché non viene attestato il trasferimento della proprietà. In questo modo si ha più tempo per trovare i soldi necessari per saldare i conti con il Fisco e si evitano momenti traumatici per sé e per la propria famiglia, come quelli che ho vissuto in prima persona”, aggiunge l’imprenditore. Fin qui tutto bene, peccato che pochi mesi dopo il via libera in Cdm siano arrivati i problemi. “In fase di conversione in legge del decreto è intervenuta la solita manina che ha tolto un elemento fondamentale”, continua. E cioè “l’estensione di queste nuove regole anche alle esecuzioni in corso. Un passaggio che avrebbe permesso a tanti di non essere sbattuti fuori dalle proprie abitazioni”. Registrata quindi l’indisponibilità da parte di diversi senatori a intervenire con un emendamento, Bramini ha deciso di lanciare una petizione pubblica.
Cronaca
Sergio Bramini, l’imprenditore è ancora consulente del governo. Ma lancia petizioni online per cambiare la “sua” legge
L’imprenditore monzese dichiarato fallito “nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato” era approdato come consulente del precedente governo per decisione di Di Maio e la a norma che porta il suo nome è arrivata. Oggi lancia una petizione al - nuovo - governo di cui resta consulente: “Ho profondo rispetto per il ruolo che ricopro, ma quando vedo un’ingiustizia, che sia di destra o di sinistra, non posso starmene zitto”
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