Le analisi, svolte dal laboratorio accreditato dell’Arpa Piemonte1, hanno rilevato la non conformità per presenza sopra i limiti di legge delle sostanze, considerate potenzialmente tossiche o cancerogene
Gli elementi che compongo gli inchiostri per tatuaggi, come spiegato in uno studio pubblicato su Nature, migrano all’interno del corpo. Per questo i controlli sui prodotti usati sono fondamentali. Da un servizio nazionale del Nas è emersa la presenza di sostanze potenzialmente tossiche o cancerogene in alcuni campioni. I carabinieri hanno controllato 117 aziende del settore, come centri di tatuaggio, importatori, produttori e distributori nazionali di pigmenti, prelevando 100 campioni di inchiostri per tatuaggio, poi inviati ai laboratori per la ricerca di sostanze chimiche, quali ammine aromatiche e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa).
Le analisi, svolte dal laboratorio accreditato dell’Arpa Piemonte1, hanno rilevato la non conformità di 22 campioni per presenza sopra i limiti di legge delle sostanze, considerate potenzialmente tossiche o cancerogene. A seguito dei risultati, il ministero della Salute ha disposto provvedimenti urgenti, rivolti a tutti i soggetti appartenenti alla filiera (importatori, distributori ed utilizzatori), relativi al divieto di vendita e di utilizzo, di ritiro/richiamo dalla rete commerciale nonché all’obbligo di informare i soggetti che si sono sottoposti a tatuaggio circa la pericolosità dei prodotti, mediante sistemi di rintraccio dei clienti o altri metodi ritenuti efficaci.
Inoltre, nel corso dei controlli, sono state contestate 31 infrazioni nei confronti dei responsabili di negozi e di centri di tatuaggio dovute a mancanze di autorizzazione dei locali o degli attestati di formazione degli operatori, carenze igieniche e strutturali delle aree adibite all’applicazione del tatuaggio, detenzione di prodotti privi di etichettatura o contenenti sostanze e inchiostri non idonei e privi delle necessarie garanzie di sicurezza, sequestrando 248 confezioni di tinture e pigmenti. Il monitoraggio segue un precedente servizio, svolto tra il 2014 e il 2015 nell’ambito di un protocollo di collaborazione con il dicastero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, che aveva evidenziato 97 campioni di pigmenti per tatuaggi, su 318 oggetto di prelievo, con criticità circa la sterilità, a causa di contaminazioni microbiche e fungine non compatibili con il commercio e l’impiego di tali prodotti, in considerazione della destinazione e della prolungata permanenza nell’area sottocutanea delle persone.
Foto di archivio