Calcio

Torino, operazione ‘Last Banner’: 38 Daspo agli ultras della Juve. Per la prima volta sono decennali: applicato il decreto Sicurezza bis

Si tratta della prima applicazione in Italia del nuovo termine massimo introdotto dal decreto. Il provvedimento riguarda Dino Mocciola ("Drughi") e Umberto Toia ("Tradizione") e i più stretti collaboratori del primo, Salvatore Cava e Domenico Scarano

Dovranno restare per anni lontano dagli stadi 38 ultrà della Juventus coinvolti nell’inchiesta ‘Last Banmer‘, che nei giorni scorsi ha azzerato i vertici del tifo organizzato bianconero. Per la prima volta, nei confronti di 4 di loro sono stati emessi Daspo decennali da parte del questore di Torino, Giuseppe De Matteis, in applicazione delle nuove norme previste dal decreto Sicurezza bis.

Si tratta della prima applicazione in Italia del nuovo termine massimo introdotto dal decreto. Il provvedimento riguarda Dino Mocciola (“Drughi”) e Umberto Toia (“Tradizione”) e i più stretti collaboratori del primo, Salvatore Cava e Domenico Scarano. In base alle nuove norme, Mocciola e Toia non potranno utilizzare strumenti di comunicazione (telefoni, ricetrasmittenti e altro) nelle giornate degli incontri sportivi.

La polizia ha notificato dei Daspo con obbligo di presentazione ad altre otto persone di cui quattro per la durata di 7 anni e quattro per 6 anni. A tre ultrà denunciati per violenza o associazione a delinquere è stato vietato di assistere alle manifestazioni sportive per 5 anni. Altri 23 hanno un Daspo di quattro anni. Dei 38 ultrà coinvolti, 12 avevano già avuto dei Daspo in passato. La questura sta inoltre vagliando la possibilità di richiedere al Tribunale la sorveglianza speciale e misure patrimoniali verso alcuni esponenti delle tifoserie coinvolte.