Lega e fascisti li abbiamo fatti entrare noi al governo, li abbiamo legittimati noi, li abbiamo costituzionalizzati noi. Siamo ancora nel centrodestra, di cui siamo il cuore, il cervello e la spina dorsale”. No, non è il finale del Caimano, il film di Nanni Moretti di 13 anni fa. E’ proprio lui, Silvio Berlusconi, in carne e ossa, alla vigilia del suo 83esimo compleanno, che così ha parlato durante un intervento dal palco del Teatro Manzoni a Milano, a un convegno di Forza Italia sulle pensioni: “Siamo obbligati a stare nel centrodestra, se loro non avessero noi in coalizione non sarebbero centrodestra, sarebbero una destra estremista, non avrebbero la capacità di vincere e sicuramente sarebbero incapaci di governare”. E qui, come accade spesso con l’ex presidente del Consiglio, la realtà supera la parodia. Anzi, la profezia. “I miei alleati – faceva dire Moretti al suo Caimano – Non erano nessuno, erano fascisti, li ho portati al Governo, li ho fatti diventare Ministri. Erano democristiani, che si flagellavano, si battevano il petto in mezzo a una strada, li ho rassicurati. Quelli della Lega Nord, poi… Tutta Europa mi diceva ‘stai attento, sono razzisti, stai attento’. Li ho fatti ragionare: ho portato al Governo anche loro, nonostante mi insultassero, e mi dicessero che ero un mafioso. Tutti al governo ho portato, tutti. Ce ne fosse uno che mi ha telefonato oggi”. Oggi, nel film, era il giorno della sentenza nel processo in cui il premier era imputato. La pellicola era del 2006, sette anni prima la sentenza definitiva per frode fiscale che ha poi portato l’ex Cavaliere alla decadenza da senatore.

Berlusconi mette in fila tutte le differenze con le altre destre, che lui definisce estremiste. “Siamo obbligati a stare nel centrodestra, se loro non avessero noi in coalizione non sarebbero centrodestra, sarebbero una destra estremista, non avrebbero la capacità di vincere e sicuramente sarebbero incapaci di governare – ha continuato il leader di Forza Italia durante il suo intervento – Abbiamo superato intemperanze, provocazioni e dichiarazioni antipatiche quasi giornaliere per il bene del Paese. Il centrodestra deve esistere per il bene del Paese. Ma siamo distinti, non siamo populisti, non siamo sovranisti, non siamo arroganti, non siamo incolti, abbiamo studiato e lavorato, noi in Italia siamo i continuatori, i garanti della tradizione occidentale, liberale, democratica, cristiana, garantista. Noi in Italia siamo gli unici ad avere scolpiti nella mente e il cuore i principi democratici dell’Occidente”.

Anzi, secondo lui quella del sovranismo è precisamente “una bufala“, “un’idea stupida” e chi ci crede “uno stupido” che “non conta niente”. “I sovranisti in Europa sono così pochi che non contano niente e sono destinati a rimanere in un angolo per tutta la durata del nuovo governo europeo. Il sovranismo è una bufala da mettere da parte, il sovranismo è un’idea stupida e stupidi sono quelli che ci credono. L’Europa nazionalista e sovranista ha provocato due guerre mondiali e decine di milioni di morti. Vogliamo tornare indietro? No. Con il sovranismo faremo la fine della Le Pen in Francia, che ha tanti voti ma non può governare”. Dunque alleati, sì, ma diversi. “Qualcuno dice che la Lega ci sta svuotando ma non è vero, i nostri potenziali elettori sono delusi e disgustati dalla politica che non vanno più a votare – ha aggiunto – Siamo alternativi alla sinistra anche nella versione renziana, quello di Renzi è un partito di palazzo, non esiste nel Paese”.

E’ stata un’ora di show: mezz’ora di discorso all’inizio del convegno e altri tre quarti d’ora in chiusura, fra ricette per il futuro di Forza Italia, bordate all’alleanza giallorossa di governo (“sulla giustizia faranno il patto delle manette”), elogi all’amico Putin, riflessioni sul rischio dell’egemonia cinese e delle migrazioni dall’Africa e come sempre una buona dose di barzellette. Al termine, alla vigilia del suo 83esimo compleanno, un gruppo di attivisti ha dedicato un coro di “tanti auguri” per l’ex premier, che aveva aperto il suo primo intervento con una delle numerose battute: “Mi spiace un po’ essere qui il più vecchio. Mia madre diceva che il modo sicuro per non invecchiare mai è morire prima”.

Parole che non hanno fatto molto piacere né alla Lega né ai “fascisti”, come li chiama lui. Matteo Salvini se la cava con poco: “Qualcuno avvisi Berlusconi che parlare di fascismo nel 2019 non ha più senso, lo lasci fare a quelli del Pd, a Saviano a Gad Lerner. Ormai si confrontano partiti a favore degli italiani e partiti contro gli italiani, telecomandati dall’estero. Chi si allea con la Lega deve avere ben chiaro questo: prima gli italiani“. Giorgia Meloni resta in silenzio per tutto il giorno, ma a rispondere è Stefano Maullu che fino allo scorso anno e per 18 anni ha seguito tutto il percorso con Forza Italia e poi nel Pdl prima di entrare in Fratelli d’Italia. Maullu parla di “tristezza” perché Berlusconi – dice – offende “una storia di valori e persone che hanno dato tanto all’Italia democratica con impegno e sacrificio”. Fdi e Meloni, aggiunge, rappresentano “un grande movimento interclassista capace oggi di difendere davvero gli interessi nazionali nel mondo globale, una destra moderna, aperta, matura, che guarda al futuro e non al passato con coraggio, contenuti e senso di responsabilità, una destra che nulla ha a che vedere con derive antidemocratiche”. Sarcastico Francesco Storace che di Berlusconi fu ministro: “Berlusconi dice di aver sdoganato i fascisti. In effetti ricordo di aver sfogliato anni fa nel suo studio a palazzo Grazioli un bellissimo libro sul Duce”.

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