di Sandy Fiabane

A ogni dibattito c’è sempre qualche webete (grazie Mentana) che commenta “non sono questi i problemi dell’itaGlia”. Sì, sottolinea volutamente l’errore, a petto gonfio, pieno di stima per la propria originalità.

La sentenza della Consulta sul processo a Marco Cappato è definibile solo come “di civiltà”. Non è progresso, perché siamo proprio indietro anni luce dal progresso in tema di bioetica in questo Paese – lo stesso Paese, per inciso, nel quale buona parte della rappresentanza politica appoggia manifestazioni con i feti di gomma. Così, per dire.

Si tratta di un traguardo che, oltretutto, ha sottilmente ironizzato su un Parlamento cuor di leone incapace di prendere atto di situazioni concrete, reali, che necessitano di interventi urgenti, pur di non colpire la sensibilità di una parte dell’opinione pubblica. Anche se questa cosa della sensibilità fatico a capirla, perché qualsiasi provvedimento susciterà sempre una reazione contraria: mica possiamo bloccarci.

Tuttavia, stupisce come tra i pro e i contro ci siano anche gli illuminati che considerano le questioni etiche – e sì, spesso anche quelle ambientali – come secondarie. Mi spiego: non è che se il nostro Parlamento si decidesse a guadagnarsi lo stipendio legiferando anche su certi temi non avrebbe il tempo per fare altro. L’ItaGlia non ha questi problemi, è vero: quella rimane su porti chiusi e lotta al reddito di cittadinanza, perché incentiva a bivaccare sul divano.

L’Italia vera invece si occupa di tutti, di voci troppo spesso silenziose che chiedono aiuto. Sono voci che potrebbero essere di ognuno di noi, ma l’ignoranza vuole che non ci si preoccupi mai di ciò che non ci riguarda direttamente.

Sembra un po’ la polemica relativa alla tassa sulle merendine, non troppo lontana da quella contro il centesimo per il sacchetto della frutta al supermercato. Certo, non è una tassa che aiuta l’ambiente, specie se dall’altra parte sosteniamo oscenità come il Tav. O gli assurdi e fuori luogo paragoni che spuntano nella rete tra Greta a New York che accusa i potenti in faccia di averle rubato l’infanzia e i bambini dall’altra parte del mondo sfruttati nel lavoro minorile: davvero? Cioè, siete davvero disposti a cadere così in basso? Pazienza le teorie complottiste su non meglio specificati poteri forti che manipolano le coscienze, ma magari prima di sparare a zero controllate dove si fabbricano i vestiti che indossate. Così, per dire.

Siamo talmente concentrati sulla propaganda che sembriamo non renderci conto delle battaglie necessarie (e ce ne sarebbero ovviamente molte altre). Stiamo parlando di costruire un futuro migliore, nel quale le generazioni future possano decidere liberamente: per il proprio corpo e per l’aria che respireranno. Sarebbe ora che iniziassimo, tutti, a guardare (e giudicare) su una prospettiva a lungo termine, perché gli slogan con effetto immediato svaniscono rapidamente come sono arrivati.

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