Contrari all'iniziativa lanciata dai vertici regionali del partito anche Marcucci e Stefàno, presidente e vicepresidente dei senatori dem
Per il commissario regionale Verini è “un risarcimento per danno economico e d’immagine”. Per molti esponenti del Pd nazionale “è una sciocchezza”, “un errore madornale”. Di certo è un’iniziativa che sta creando non poche polemiche all’interno del Partito democratico. Il riferimento è alla penale da 30mila euro per chi cambia casacca dopo le elezioni che i dem umbri hanno voluto sperimentare in ottica delle regionali del 27 ottobre. A ilfattoquotidiano.it Verini ha tenuto a ridimensionare la portata del provvedimento, sottolineando che non c’entra col vincolo di mandato perché “non viene compressa o condizionata in alcun modo la libertà di votare in dissenso o di fare battaglie fuori dal partito su certe leggi che non si condividono”. Sarà, ma resta il fatto che ad alcuni suoi colleghi di partito l’iniziativa non è piaciuta affatto. “Non avevo capito che la scelta di costruire un’alleanza Pd-M5s in Umbria, scelta peraltro mai discussa, prevedesse l’obbligo di emulare le parti peggiori del grillismo” ha detto MatteoOrfini, parlamentare dem ed ex presidente del Pd.
Che non le ha mandate a dire: “La scelta di inserire il vincolo di mandato con tanto di multa è qualcosa al di fuori della cultura politica democratica e spiace davvero che qualcuno non se ne renda conto”. Per questo motivo, Orfini ha chiesto direttamente l’intervento del segretario nazionale Nicola Zingaretti: “Spero che intervenga al più presto per correggere questa sciocchezza – ha concluso Orfini -La compattezza di un partito si crea con la politica, non con le multe”. Posizione simile quella del vicepresidente dei senatori dem Dario Stefano. Anche i toni decisi di condanna per l’iniziativa del Pd umbro sono gli stessi: “La multa che il Pd sta pensando di applicare ai propri candidati nelle liste dell’Umbria è un errore madornale – ha detto il parlamentare salentino – Non si può in alcun modo copiare il vincolo di mandato del M5S, in questo modo si spaventa qualche eletto, ma si annacqua pesantemente l’identità democratica e plurale del Pd”. A metterci il carico ci ha pensato poi il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci: “Inseguire il M5S, prevedere una multa, inserire una sorta di vincolo di mandato per i candidati alle regionali del Pd in Umbria non mi sembra affatto una buona idea. Il commissario del Pd Walter Verini ci ripensi” ha scritto su Twitter.
Critiche asprissime, quindi, nonostante Verini abbia provato a spiegare la genesi della penale: “Si tratta di una proposta lanciata in una riunione da qualche candidato in relazione a quanto successo nella scorsa legislatura umbra, condivisa dagli altri e recepita dal tesoriere – ha detto il commissario – Una sorta di rafforzamento di prassi e modalità già esistenti. Nulla a che vedere con diritti, doveri e libertà di ogni consigliere nell’esercizio del suo mandato. Soltanto una sorta di ‘risarcimento’ non nel caso in cui un consigliere regionale non decida legittimamente di dissentire, ma di rompere il patto con i nostri elettori e con il partito”. Nulla a che vedere, quindi, con il vincolo di mandato, perché in questo caso la penale “rappresenterebbe una gravissima lesione dei diritti costituzionali dell’eletto che rappresenta gli elettori. Qui insomma – ha sottolineato ancora Verini – si tratta di un libero patto siglato dal candidato e il suo partito. Pur avendo acconsentito alla proposta sono il primo a sapere che problemi come questi vanno prevenuti e risolti con il confronto politico“.