“Alle atrocità della barbarie nazifascista, la Repubblica e la sua democrazia hanno risposto ponendo al centro la persona, affermando l’aspirazione alla pace e quella alla giustizia, il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo e, insieme, dei diritti delle comunità in cui l’uomo si realizza”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la strage di Marzabotto, di cui oggi ricorre il 75esimo anniversario. “Un crimine efferato e disumano” ha detto il capo dello Stato.
Quello del Monte Sole è considerato il più feroce eccidio perpetrato dai nazisti in Italia: 770 civili morti massacrati dalle truppe tedesche e fasciste nell’arco di sei giorni, dal 29 settembre al 5 ottobre del 1944. Tutto si consumò sulle colline tra i Comuni di Marzabotto, Grizzana e Monzuno, in provincia di Bologna. Si trattò di una rappresaglia nei confronti della Resistenza partigiana: il poeta premio nobel Salvatore Quasimodo lo definì “il più vile sterminio di popolo”. Nel 2009 si è concluso il processo per l’eccidio con la condanna all’ergastolo di 9 ex militari tedeschi: nessuno di loro – come è capitato nella quasi totalità di casi delle stragi nazifasciste – ha mai scontato la pena.
Le cerimonie per ricordare la strage di Marzabotto sono in programma da oggi, con una messa celebrata dal vescovo di Bologna Matteo Zuppi. Già da giorni, alla scuola di Pace di Monte Sole, sono cominciate iniziative, seminari e incontri per commemorare l’anniversario. Il clou delle celebrazioni sarà domenica 6 ottobre quando, in piazza a Marzabotto, ci sarà l’orazione ufficiale del presidente del parlamento europeo David Sassoli.
La Repubblica, aggiunge il presidente Mattarella, “ricorda i tanti innocenti uccisi, il dolore atroce dei sopravvissuti, quella ferita all’umanità”. Ha inoltre precisato che “Le basi repubblicane sono iscritte in una comunità nazionale legata da spirito di solidarietà, che sa riconoscere il bene comune, trovando l’unità nei momenti decisivi e facendosi promotrice di pace e cooperazione. Non più un nazionalismo che esaspera i contrasti: così nel dopoguerra è sorta l’Europa ‘unita nella diversità'”. Ma il capo dello Stato raccomanda una volta di più la necessità di trasmettere la memoria ai giovani, perché non si ripetano le stesse colpe: “La storia, anche quella dolorosa, ci è maestra. Il male che abbiamo conosciuto non può dirsi mai sconfitto per sempre. I pericoli riaffiorano quando la responsabilità si attenua e gli egoismi avanzano. Anche per questo la memoria di Marzabotto e di monte Sole va custodita e va trasmessa ai più giovani in modo che i valori di pace e di libertà si rafforzino sempre più come patrimonio comune e come base fondamentale della nostra vita sociale”.