Il principe ereditario saudita, Mohammad bin Salman, lancia un avvertimento ai leader mondiali chiedendo un intervento deciso nei confronti dell’Iran, dopo l’attacco missilistico alle strutture petrolifere di Abqaiq per il quale Riyad ha incolpato Teheran. E lo fa minacciando un drastico aumento del prezzo del petrolio di cui l’Arabia Saudita è il maggior produttore mondiale.

“Se il mondo non intraprende un’azione forte e ferma per scoraggiare l’Iran, vedremo ulteriori escalation che minacceranno gli interessi mondiali”, ha dichiarato Mbs in un’intervista rilasciata al programma della Cbs 60 Minutes. “Le forniture di petrolio saranno interrotte e i prezzi saliranno a numeri tanto elevati come non abbiamo mai visto”, ha continuato.

Dal canto suo, però, l’Iran, che sta fronteggiano la monarchia degli al-Saud ai confini del Regno, nella guerra civile yemenita, supportando i ribelli sciiti Houthi in contrapposizione alla coalizione guidata proprio da Riyad, ha sempre negato di essere dietro all’attacco in territorio saudita. Offensiva, questa, che ha provocato la riduzione di circa il 5% della fornitura mondiale di petrolio e ha fatto salire i prezzi del greggio.

Ma l’Arabia Saudita sostiene di avere le prove che l’attacco sia arrivato proprio dal vicino Yemen e che le armi che hanno colpito il complesso petrolifero siano di produzione iraniana. Bin Salman, durante l’intervista, ha però voluto chiarire che l’intento della monarchia è quello di evitare un conflitto militare con la Repubblica Islamica. Una guerra, spiega, porterebbe a un disastro economico di portata globale: tutto il Medio Oriente “rappresenta circa il 30% delle forniture energetiche mondiali, circa il 20% dei traffici commerciali globali, circa il 4% del Pil mondiale. Immaginate che tutte queste tre cose si fermino. Ciò significa un collasso totale dell’economia globale, e non solo dell’Arabia Saudita o dei paesi del Medio Oriente”.

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