Aveva insultato due bambini di colore, suoi alunni apostrofandoli “brutto” e “scimmia”, costringendo uno di loro a girare il banco verso la finestra. La procura di Spoleto, ora che le indagini si sono concluse, non ha dubbi: è stato razzismo. Responsabile un maestro supplente, ora sospeso, che insegnava in una scuola pubblica di Foligno. Per lui sono stati ipotizzati due reati: abuso di mezzi di correzione e maltrattamenti, entrambi aggravati dall’odio etnico e razziale. In particolare, secondo l’accusa, il docente ha avviato “trattamenti umilianti, degradanti e discriminatori” al punto da – riporta la Nazione – “mettere in pericolo la salute psichica” dei bambini, causando “stati d’ansia e disturbi del comportamento”.

L’uomo, al contrario, ha sempre negato di avere agito per razzismo, sostenendo invece di aver svolto una sorta di esperimento didattico: “Un’attività per l’integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione”.

I fatti risalgono a febbraio 2019. Il maestro aveva richiamato l’attenzione degli altri alunni sul primo dei bambini, due fratelli nigeriani: “Ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare”. Poi, stando alle ricostruzioni, gli aveva fatto girare il banco verso la finestra e lo aveva obbligato a guardare fuori: “Non ti voltare così non vedo come sei brutto”. Il giorno dopo una scena simile era avvenuta con la sorella: “Io conosco tuo fratello, tu sei brutta come lui. Che nome lungo ti hanno dato i tuoi genitori, ti posso chiamare scimmia?”. A riferirlo erano stati gli stessi bambinie la famiglia. Da allora, il docente è stato sospeso fino alla definizione del procedimento penale. Dopo quell’episodio non è più tornato in una classe.

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