Il presidente del Consiglio, parlando nel corso di una diretta su Skuola.net, ha precisato che nel Nadef - primo testo ufficiale che preannuncia la finanziaria - non c'è la proposta avanzata nelle scorse settimane dal ministro dell'Istruzione. Che specifica: "Quando in questo paese sfiori interessi economici importanti è evidente che si scateni una reazione"
Niente tassa sulle merendine, almeno non nel Nadef, il primo testo ufficiale che preannuncia la manovra. In diretta su Skuola.net il presidente del Consiglio Giuseppe Conte precisa che “nel documento che approviamo oggi non abbiamo considerato di tassare le merendine“. Una proposta avanzata nelle settimane scorse dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha creato anche momenti di tensione all’interno del Movimento 5 Stelle, con Luigi Di Maio che si era affrettato a precisare di concordare col premier sulla riduzione delle tasse e non sull’introduzione di nuove. Pur specificando di non volere introdurre la tassa, il presidente del Consiglio ha sottolineato che “c’è un problema di corretta alimentazione che anche il governo si pone: mi piacerebbe introdurre meccanismi incentivanti verso il consumo di frutta fresca, latte, dei prodotti della dieta mediterranea per contrastare le abitudini alimentari basate sul junk food”.
Questo tipo di consumi infatti arriva a incidere sensibilmente anche sul sistema sanitario nazionale: nel 2016 l’impatto economico dell’obesità è stato di 9 miliardi di euro, mentre per quanto riguarda il diabete il costo annuale per ogni malato è di circa 2800 euro l’anno tra assistenza ambulatoriale, ospedaliera e trattamenti, per un totale di circa 8 miliardi di euro. Fioramonti aveva proposto l’introduzione della tassa anche per finanziare scuola e ricerca ma Conte, pur sottolineando che i fondi non arriveranno dall’introduzione di questa imposta, ha assicurato: “Non taglieremo le risorse per la scuola e l’università. Anzi, vogliamo potenziare il comparto. Le risorse sono limitate ma daremo un segnale sul piano della ricerca“.
Fioramonti, però, resta convinto della sua proposta e in un’intervista a The Post Internazionale ha puntato il dito contro “le lobby” che “vogliono impedire la tassa sulle merendine. Vorrei ricordare a tutti gli improvvisati lobbisti della Coca Cola company che bibite zuccherine e gasate contribuiscono in maniera decisiva alla diffusione di tante malattie endocrino-metaboliche, a partire dal diabete”, sottolinea Fioramonti. “Io non voglio colpire la Coca Cola o Mecca Cola o la Spuma perché ho qualcosa contro quel prodotto”, chiarisce il ministro: “Io dico, segnaliamo al grande pubblico che una bibita che contiene 7 cucchiaini di zucchero in una confezione è una bomba calorica. Se poi faranno una Mecca Cola light ben venga”. Per Fioramonti “quando in questo paese sfiori interessi economici importanti è evidente che si scateni una reazione. Io non sono condizionato né condizionabile da altri interessi che non siano il bene pubblico”.
Il ministro già nei giorni scorsi aveva però spiegato che “l’onere” del reperimento fondi “non spetta a me ma al Mef: rispetto i percorsi del governo. Rispetto le scelte del governo, a me interessa che si trovino le risorse. Ho proposto interventi fiscali intelligenti, non ho mai parlato di patrimoniali ma di proposte, di un modello fiscale che altri Paesi hanno già adottato“. Nel mondo, infatti, sono decine i paesi che hanno di introdurre tasse su snack, alimenti e bibite che sforano una certa “soglia” di zuccheri. “Il fisco intelligente – ha aggiunto Fioramonti – è una cosa importante in tutto il mondo è quindi mi auguro che anche l’Italia faccia un passo importante in questa direzione. Se poi saranno merendine, snacks, voli aerei o bibite gassate lo vedremo in questi mesi”.