Cronaca

Nicholas Green, a 25 anni dall’omicidio i genitori tornano in Calabria. “Donare i suoi organi non fu una scelta difficile”

Il bambino è morto nel 1994, colpito da due colpi di pistola di due rapinatori. I genitori, che sono tornati a Polistena per ricevere la solidarietà della popolazione, scelsero di donare gli organi: da allora, il numero dei trapianti aumentò sensibilmente

“Perdere Nicholas è stata la cosa più dura che mi sia mai capitata. Ma donare i suoi organi non è stata una scelta difficile. Che lui sia riuscito a salvare altre giovani persone è un miracolo medico. Che queste vivessero nella sua nazione preferita sembra semplicemente giusto“. Maggie Green, madre di Nicholas, ricorda così quel 1 ottobre del 1994. Sono passati 25 anni, ma quello che è successo rimane nitido. La famiglia Green era in vacanza in Calabria e stava attraversando in macchina l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. All’altezza di Polistena rimane vittima di un tentativo di rapina: due colpi di pistola sparati da due uomini, poi identificati e condannati, colpiscono e uccidono Nicholas, che all’epoca aveva sette anni e viaggiava sul sedile posteriore dell’auto insieme alla sorellina di quattro. I due responsabili, Michele Iannello e Francesco Mesiano, furono condannati in via definitiva dalla Cassazione rispettivamente all’ergastolo e a 20 anni, nell’aprile del 1999. Si sono sempre dichiarati innocenti.

I genitori di Nicholas hanno autorizzato l’espianto degli organi e delle cornee, dando speranza alla vita di sette persone. Il Centro nazionale trapianti (Cnt) ha infatti rinnovato alla sua famiglia il ringraziamento per la scelta compiuta, che salvò la vita a cinque pazienti, di cui quattro pediatrici, e restituì la vista ad altri due. L’episodio ha dato così il via alle donazioni, il cui numero cominciò a crescere fino a triplicare: da quando il Sistema informativo trapianti ne tiene traccia a livello nazionale, ovvero dal 2002, le donazioni che le famiglie hanno autorizzato dopo la morte dei propri figli sono state 991, mentre i trapianti pediatrici sono stati 2.643: il 25,2% dei piccoli pazienti che hanno ricevuto un organo aveva meno di 2 anni, il 22,8% aveva tra 2 e 6 anni, il 13,7% tra 7 e 10 anni e il 38,3% tra 11 e 17. Solo nel 2018, in Italia sono avvenute 45 donazioni da minorenni e sono stati effettuati 143 trapianti pediatrici.

I genitori di Nicholas, Reginald e Maggie, sono tornati a Polistena in occasione dell’anniversario: “È difficile tornare nel luogo dove abbiamo passato la peggiore notte della nostra vita”, ha detto Maggie, “ma non possiamo dimenticare tutti gli incontri che abbiamo fatto qui, contrassegnati dal calore e dalla generosità delle persone”. Il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha donato loro una targa per ricordare un gesto che ha generato amore e solidarietà. Anche i medici dell’ospedale di Polistena gli agenti del Commissariato di polizia hanno voluto mostrare il loro affetto ai due coniugi: tra loro anche alcuni che proprio quella sera erano in servizio e avevano fatto il possibile per mostrare la loro vicinanza. I loro sforzi sono scolpiti nella memoria di Maggie: “Fu scioccante il contrasto tra tutta la conoscenza e la compassione, tutta la bontà, raccolta dentro questo edificio (l’ospedale, ndr) e l’insensata brutalità della strada”, ha detto la donna. “Molti italiani hanno detto di aver provato vergogna per quanto successo, ma noi non abbiamo mai pensato che l’Italia avesse premuto il grilletto: furono solo due uomini arrabbiati che volevano così tanto una cosa da non preoccuparsi delle vite che avrebbero rovinato e sarebbe potuto accadere ovunque”.

“In questo momento”, sottolinea il presidente del Cnt Massimo Cardillo, “circa 9 mila persone aspettano un organo e 230 sono pazienti pediatrici. Dobbiamo fare in modo che tutti i potenziali donatori vengano segnalati attraverso un forte lavoro con le Regioni sull’organizzazione degli ospedali, ed è necessario incentivare il trapianto da donatore vivente, che oggi è una procedura più che sicura”. Cardillo precisa come la via maestra sia far crescere crescere il consenso sociale alla donazione di organi. In questo senso, ricorda: “La storia di Nicholas Green e della sua famiglia è ancora una testimonianza preziosa e viva, così come quella di tutti i donatori di cui l’opinione pubblica non conosce il nome ma che ogni anno salvano la vita di migliaia di persone“.

(nella foto Margaret ed Eleanor Green, la mamma e la sorellina di Nicholas, a Reggio Calabria nel 1995)