La pesca dei cetrioli di mare è illegale in Italia secondo il decreto del Ministero della politiche agricole del 27 febbraio 2018. L'autista del mezzo pesante con il carico di oloturie, pronto a imbarcarsi dal porto di Brindisi, è stato fermato con l'accusa anche di disastro ambientale
Duecentoventotto sacchi di plastica con 4 tonnellate di oloturie, meglio conosciute come “cetrioli di mare“, provenienti dalla pesca di frodo. È questo il bottino sequestrato dalla Guardia costiera di Bari a Fasano dopo aver intercettato e fermato un mezzo pesante pronto a imbarcarsi a Brindisi e diretto in Grecia. Secondo gli accertamenti, il carico avrebbe alimentato il mercato orientale di oloturie la cui vendita in Italia è ritenuta illegale per il decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 27 febbraio del 2018. Il decreto era stato approvato a seguito di una ricerca scientifica, condotta nelle acque italiane, che dimostrava l’importanza fondamentale per l’ecosistema marino del “cetrioli di mare”.
L’autista del tir è stato denunciato all’autorità giudiziaria anche per disastro ambientale, mentre i “cetrioli di mare”, sottoposti a sequestro, sono stati rigettati in mare trattandosi di esemplari ancora vivi. La Puglia è uno dei mari più ricchi e saccheggiati: è dal 2016 che la Guardia di finanza e la Guardia costiera lottano contro il giro d’affari da migliaia di euro dietro il traffico illecito di oloturie. Spesso i pescatori locali di frodo vendono i cetrioli di mare a società greche che poi provvedono al commercio in Asia, dove l’oloturia è considerato un piatto pregiatissimo ed è molto costosa.