A San Mauro, oggi, lavorano 370 persone per fabbricare macchine per le costruzioni. La produzione cesserà la produzione entro aprile 2020 e poi verranno investiti 20 milioni di euro per trasformare l'area in un polo logistico 4.0 assicurando il riassorbimento di oltre due terzi di lavoratori. In Lombardia stop alla produzione dal giugno del prossimo anno. De Palma (Fiom): "Lavoratori pagano per raggiungimento di obiettivi finanziari"
Chiusura dello stabilimento a San Mauro Torinese che verrà trasformato in un polo logistico 4.0 provocando 11o esuberi. Addio anche alla fabbrica di Pregnana Milanese, dove sono occupati 150 lavoratori. Buone notizie solo per Foggia, dove l’azienda punta ad avviare la produzione di un motore, originariamente prevista fuori dall’Europa.
L’azienda ha spiegato la decisione parlando di necessaria riconversione. A San Mauro, oggi, lavorano 370 persone per fabbricare macchine per le costruzioni. La produzione cesserà la produzione entro aprile 2020 e poi verranno investiti 20 milioni di euro per trasformare l’area in un polo logistico 4.0 assicurando il riassorbimento di oltre due terzi di lavoratori dopo 15 mesi di cassa integrazione e il trasferimento della produzione di piccoli escavatori al sito di Lecce. Gli esuberi – ha spiegato Cnh Industrial ai sindacati – sono circa 110 che verranno gestiti offrendo opportunità di ricollocazione interna o esterna.
Fin della produzione anche nello stabilimento di Pregnana Milanese, a partire da giugno 2020. In questo caso sono 150 i lavoratori coinvolti che, come ha reso la Fiom-Cgil, dopo l’annuncio dell’azienda hanno iniziato unno “sciopero spontaneo”. L’unica novità positiva è per il sito di Foggia, dove Cnh Industrial ha annunciato l’avvio della produzione di un motore leggero per macchine agricole. La fabbricazione del componente, negli originari piani dell’azienda, era prevista fuori dall’Europa.
I sindacati hanno chiesto già un incontro al ministero dello Sviluppo economico per la gestione degli esuberi. E nel frattempo la Fiom-Cgil ha proclamato lo stato di agitazione: “È inaccettabile che l’aumento della redditività e il raggiungimento degli obiettivi finanziari li paghino i lavoratori, l’Italia ha già pagato un prezzo nel recente passato con la chiusura di Imola e Valle Ufita”, afferma Michele De Palma, segretario nazionale Fiom e responsabile Auto. “La Fiom terrà assemblee nelle prossime ore in tutto il gruppo e proclama lo stato di agitazione fino allo sciopero con l’obiettivo di portare il negoziato al ministero dello Sviluppo Economico, come convenuto con tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo”, spiega De Palma.