Al posto della braccia Greg ha due protesi di metallo e le mani sono due uncini prensili con cui riesce a impugnare e manovrare una forchetta, non ha più le gambe e una parte del suo naso non c’è più. Oggi Greg Manteufel è vivo, un anno fa, invece, stava per morire a causa di una leccata del suo cane. Ellie, il suo cucciolo di pitbull, gli ha trasmesso il capnocytophaga, un batterio che si trova comunemente nella saliva di animali domestici come cani e gatti e che, generalmente, è innocuo. Invece lo scorso anno Gregg è entrato praticamente per la prima volta nella sua vita in ospedale. In quel periodo le cose per Greg stavano andando bene, il lavoro come pittore dava soddisfazioni e il figlio Mike perseguiva i suoi studi senza difficoltà. A giugno ha cominciato ad avere febbre, vomito e diarrea e l’autodiagnosi di influenza non convinceva la moglie Dawn. Insieme ai sintomi, poi, si erano intensificati anche gli stati confusionali. I medici del Froedtert- Medical College, in Wisconsin dove vive, gli hanno fatto tutti gli esami necessari trovandogli una sepsi, una grave infezione del sangue, la pressione sanguigna bassissima e danni estesi a molti organi. Greg è stato sottoposto a oltre 20 interventi che hanno comportato l’amputazione delle braccia e delle gambe. Ha dovuto imparare tutto daccapo, a muoversi prima con la sedia a rotelle e poi con le protesi, a mangiare, a raccogliere il telecomando della TV, ad aprire le maniglie delle porte, a tagliare le verdure e a lavare i piatti con le nuove braccia di metallo. Mentre Greg tornava lentamente alla sua vita, Ellie era sempre al suo fianco, nella loro casa in Wisconsin. “Non ci saremmo liberati di lei se fosse stata lei a causarla comunque. La adoriamo da morire” ha raccontato Greg. Mentre la ricerca scientifica prosegue, Greg Manteufel non si ferma. Vuole rinnovare la patente per l’auto e non vede l’ora tornare a pescare con una canna speciale, adatta alle sue protesi. Sta anche pensando di tornare a lavorare a dipingere. Sempre con Ellie accanto.
Un caso rarissimo
A meno che il sistema immunitario non sia troppo debole, il capnocytophaga non ha conseguenze per l’uomo. Questo sembrerebbe essere alla base della sfortunata vicenda di Greg. Lo spiega anche il Nicola Decaro, professore di malattie infettive negli animali all’Università di Bari. “Il batterio può trasmettersi mediante un morso o più di rado con il contatto ma tende a non causare nulla, se non forme di malattia molto lieve come sindromi influenzali. Solo in rarissimi casi può dare setticemie gravi ma in genere in persone immuno-compromesse o con deficit immunologici su base genetica”. Negli ultimi anni, un team di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston, collegato alla Harvard Medical School, ha effettuato test e studi dai quali si evince che il batterio sarebbe favorito da una mutazione genetica della persona. “Si tratterebbe di un deficit delle cellule legate alla fagocitosi – continua il professor Decaro – Ovvero cellule del sangue che hanno la funzione di inglobare batteri, distruggendoli. Nella stragrande maggioranza dei casi si formano infezioni localizzate, con questa mutazione invece le cose si complicano ma è davvero raro”. Quindi, assolutamente niente allarmismo. Negli Stati Uniti il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie riportava, nel 2017, solo 12 segnalazioni, pochissimi casi in Canada, in Italia, come ricorda Decaro, c’è stato recentemente un solo caso isolato. “Si è trattato di un uomo affetto da diabete, immunodepresso e con ipertensione che ha contratto il batterio: questo per dire che servono circostanze molto particolari e rare per arrivare a forme così gravi. Non c’è da preoccuparsi”.