Scuola

Rosa Maria Dell’Aria, la sospensione della prof dopo 4 mesi è ancora lì. La viceministra Ascani al provveditore: “Provvedimento da revocare”

La sanzione all'insegnante accusata di non aver controllato le slide dei suoi alunni sul decreto Sicurezza è ancora oggetto di un ricorso in tribunale. La vice di Fioramonti a ilfatto.it: "La può togliere solo il dirigente dell'ufficio territoriale. Ma sappia che è l'esecutivo è di un'opinione opposta alla sua"

Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti si era impegnato in prima persona. Il vicepremier Matteo Salvini aveva voluto incontrarla, rassicurandola. Ma la sospensione per motivi disciplinari a Rosa Maria Dell’Aria, insegnante dell’Iti Vittorio Emanuele III di Palermo dopo 4 mesi è ancora lì, tutta intera. Una sanzione che il provveditore di Palermo decise dopo aver accusato l’insegnante di non aver controllato due slide in un lavoro dei suoi alunni che accostarono le leggi razziali del 1938 al decreto Sicurezza voluto dall’allora ministro dell’Interno. Nel frattempo sono passati quattro mesi. Ad assegnare la punizione fu Marco Anello, responsabile dell’ufficio scolastico territoriale di Palermo e nessuno, nemmeno il ministro dell’Istruzione, può superare il provvedimento punitivo. E sul caso ora vuole un’accelerazione la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani: “E’ vero che il provvedimento è dell’amministrazione periferica e tocca solo a lui revocarlo – dice – ma intanto a breve dovrebbe arrivare il nuovo responsabile dell’ufficio scolastico regionale, cosa che potrebbe influire sul risultato. Noi dobbiamo chiarire ancora di più e meglio a chi ha fatto la sanzione che è assolutamente il contrario di ciò che vuole questo ministero. Anello deve sapere che l’amministrazione centrale è di opinione opposta alla sua. Dal Miur gli viene chiesto di revocare il provvedimento e su questo anche il ministro sta lavorando. Il segnale va dato non solo per la professoressa ma perché quello che è accaduto nei 14 mesi precedenti ha creato un’aria pesante nelle classi. Ora l’aria è cambiata veramente”.

Nell’attesa, la professoressa potrebbe dover aspettare l’udienza del 4 marzo 2020 per conoscere l’esito del ricorso depositato l’11 giugno al tribunale del lavoro di di Palermo. I legali della docente, intanto, chiedono che la sanzione disciplinare venga dichiarata illegittima e un risarcimento di 10mila euro per il danno all’immagine e alla professionalità della docente. La revoca della sanzione dall’altro canto è indispensabile perché trascorsi i 15 giorni di sospensione restano gli effetti accessori della stessa ovvero la decurtazione dello stipendio di maggio, l’impossibilità a partecipare ad un eventuale concorso per la qualifica di dirigente e l’impossibilità a maturare uno scatto retributivo per un anno.

Ad intervenire sulla vicenda negli ultimi giorni è stato anche il deputato di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni che in un post su facebook ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti: “Vediamo – scrive – che ancora non è stata trovata nessuna soluzione”. “Lo Stato – conclude – non ci fa proprio una bella figura in questa vicenda. Vogliamo continuare ad essere prigionieri dell’ottusità burocratica o apriamo una nuova pagina?”.