Prima o poi il momento sarebbe arrivato. I robot, quelli veri, quelli che chiamavamo “automi” per prendere un po’ le distanze rispetto a macchine che minacciavano di essere sempre più simili agli esseri umani, sono fra noi. Tutto ci saremmo aspettati meno che uno spot per un cane robot, come se fosse un qualsiasi prodotto di largo consumo (e nella mente di chi lo produce, evidentemente, già lo è). Tipico impianto demo, con una serie di torture test per mostrare l’affidabilità del prodotto: funziona nelle condizioni più difficili, resiste a urti, a temperature comprese tra i -20° e i 45° C, alla polvere, alla pioggia. Signore e signori, vi presentiamo Spot.
Marc Raibert, fondatore della Boston Dynamics, l’azienda che produce il robot quadrupede, ha dichiarato: “Ci sono tre cose a cui ci siamo interessati: l’equilibrio e la mobilità, la destrezza e la percezione. Queste tre semplici abilità ci permettono di andare ovunque e di fare qualsiasi cosa. Ed è questo ciò che abbiamo cercato di ottenere subito dai robot”.
D’accordo. Ma a cosa serve? La risposta è “boh”, visto che il carico massimo che può trasportare sono 14 chili, l’autonomia è di 90 minuti e procede a passo d’uomo con una certa flemma robotica. Molto più convincenti le performance del primo robot di questa serie prodotto dalla stessa casa.
Ma siamo ancora lontani dalla seconda fase. Quella in cui queste creature saranno veramente autonome e dotate di intelligenza artificiale. Intanto il personale di Amazon può stare tranquillo: questi giocattoli sono ancora troppo costosi per potersi sostituire ai fattorini e ai furgoni. E anche la promessa di utilizzare presto dei droni per le consegne, fatta dall’azienda di Seattle, era pura propaganda. E dalla Boston Dynamics vorremmo avere prove su strada più convincenti. Ad esempio sulle buche di Roma.