Nel Gross Domestic Product non si può entrare, ma solo osservare le vetrine dalla strada. I “prodotti” in vendita verranno come messi all’asta online nelle prossime ore su un sito creato appositamente
Cinque vetrine ad angolo in un quartiere di Londra per un negozio che rimarrà aperto due settimane con i prodotti esposti acquistabili solo online. Questa l’ultima trovata dello street artist Banksy costretto, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato, a questa sorta di singolare installazione di strada per motivi legati ad una disputa legale. Intanto il negozio chiamato Gross Domestic Product si trova a Croydon a Sud della città ed è stato aperto il primo ottobre. Già parecchi i curiosi attirati dai primi tweet e video circolati in poche ore online perché le vetrine sono piene di oggetti/opere d’arte di Banksy tra cui un tappeto ispirato a Tony the tiger – la mascotte dei Kellogg’s -; una palla stroboscopica da discoteca creata con un elmetto della polizia; un gioco per bambini con un camioncino che carica migranti; una poltrona sfondata e un paio di cuscini che segnalano come la vita sia breve; tre quadri che scompongono il celebre murales “lanciatore di fiori”; e tanti gadget modello tazze e t-shirt firmati dal misterioso artista inglese.
Nel Gross Domestic Product non si può entrare, ma solo osservare le vetrine dalla strada. I “prodotti” in vendita verranno come messi all’asta online nelle prossime ore su un sito creato appositamente. Intanto Banksy ci ha tenuto a spiegare questa sua scelta con un cartello affisso fuori dal negozio. Un’azienda di cartoline di auguri sta provando ad appropriarsi dei diritti commerciali esclusivi del nome “Banksy”. I legali dell’artista gli hanno così consigliato di vendere prodotti al pubblico perché quest’azione lo agevolerebbe a vincere il contenzioso. Un avvocato esperto di diritto dell’arte ha spiegato sul Guardian che se un dato marchio non viene usato a fini commerciali per un lungo periodo può essere reclamato da altri. Banksy avrebbe così celermente ideato una serie di “oggetti” da vendere a suo nome ora esposti in vetrina a Croydon per porre rimedio alla causa finita in tribunale. Ad ogni modo il ricavato verrà usato per comprare una nuova imbarcazione per la ong Open Arms impegnata da anni a soccorrere migranti nel Mediterraneo.