Se il Partito democratico calabrese è impantanato in una faida tra il governatore Mario Oliverio (che si vuole ricandidare) e i suoi “seguaci” da una parte e il commissario Stefano Graziano (che chiede il rinnovamento) e i big regionali eletti dall’altra, a queste latitudini anche il Movimento 5 stelle sembra bloccato in una palude tra input romani che non vengono percepiti dalla base, parlamentari che vogliono candidarsi a presidenti della Regione ed esponenti pentastellati che propongono papabili contestati poi dagli attivisti sul territorio. Non c’è ancora una data, ma le regionali in Calabria si avvicinano e la sponda grillina sembra non aver capito che i vertici nazionali del Movimento per la punta dello Stivale stanno pensando a un’operazione “stile Umbria” con un “patto civico” che riunisca sotto lo stesso nome pentastellati e Partito democratico.

Nelle scorse settimane la deputata 5 stelle Dalila Nesci aveva definito “quello dell’Umbria, un modello non replicabile in Calabria” e per questo aveva annunciato la sua disponibilità a candidarsi personalmente dimettendosi da parlamentare. Dice di averne parlato con Di Maio ancora prima che cadesse il governo nazionale: “Per il Movimento è arrivato il momento di scegliere cosa vogliamo fare da grandi. Abbiamo deciso di prenderci la responsabilità di governo, io credevo nella svolta governista e ci credo ancora, tant’è che ho sostenuto e sostengo la nascita di questo nuovo esecutivo. Ora dobbiamo avere il coraggio di proporci per governare anche una regione così disastrata come la Calabria”.

Qualche giorno dopo, la Nesci sembra ripensarci e, sempre contraria a qualsiasi accordo con il Pd, raddrizza il tiro firmando un documento assieme ad altri deputati e senatori calabresi eletti con il Movimento 5 stelle. Non tutti. Complessivamente dieci parlamentari su diciotto (tra cui il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra) hanno redatto una nota dopo aver “riflettuto molto su come unire le nostre forze in vista delle prossime elezioni Regionali”. Due i nomi dei “papabili” candidati a governatore della Calabria che escono da quel documento: il vicepresidente dell’Associazione medici per l’Ambiente (Isde) Ferdinando Laghi e l’imprenditore Pippo Callipo, un nome che ben conosce la neo sottosegretaria M5s Anna Laura Orrico che è stata la coordinatrice della sua campagna elettorale nel 2010 quando si era già candidato con Italia dei Valori a presidente della Regione rastrellando il 10 per cento dei voti.

Un metodo, quello dei papabili dati in pasto alla stampa ancora prima di capire se ci sarà un accordo con il Pd, che però non convince gli attivisti dei numerosi MeetUp di Cosenza i quali, dopo essersi riuniti, hanno criticato gli eletti calabresi a cui hanno chiesto “trasparenza e lealtà” non risparmiando termini come “arroganza”, “presunzione” e “condotte poco cristalline”

“Decidiamo noi – c’è scritto nella nota firmata da una settantina di iscritti al Movimento 5 stelle – Il modus operandi con cui si sono individuati alcuni papabili alla guida della Regione è inaccettabile, privo di ogni fondamento riguardante i principi cardini del Movimento manifestando una prevaricazione arrogante e presuntuosa da parte di coloro che hanno avallato e messo in atto tale operazione. Non solo perché le modalità poste in essere appaiono figlie del più becero sistema amicale che ha distrutto la Calabria, ma soprattutto per il fatto che tale operazione è stata realizzata tenendo all’oscuro attivisti e portavoce comunali, i quali sono sempre in prima linea, senza percepire un euro, mossi soltanto da passione e amore verso la propria terra. La trasparenza e la lealtà se si predicano si praticano e le esigiamo soprattutto da coloro che, attraverso il Movimento, hanno assunto ruoli oltremodo privilegiati”.

“Occorre – scrivono ancora gli attivisti di Cosenza – che su questa vicenda, dai mille risvolti oscuri, sia fatta chiarezza senza mezze verità, e chi si è reso artefice di condotte poco cristalline venga fatto oggetto dei conseguenti provvedimenti. Lo diciamo chiaramente e senza mezzi termini non accettiamo e non accetteremo mai candidature scaturite da accordi sottobanco, prive di partecipazione e trasparenza, figlie della peggiore tradizione politica della nostra terra, soprattutto in un momento in cui la Calabria ha bisogno di un candidato a presidente capace di realizzare battaglie coraggiose contro un sistema sempre più degenerante, che sia cristallino e limpido, privo di ambiguità politica, che goda di un ampio riconoscimento per la sua professionalità, per la tiratura morale, per l’impegno profuso verso i cittadini calabresi. Per questo ed altro ci batteremo, come sempre, senza se e senza ma”.

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