Il dossier dazi diventa il tema caldo della visita in Italia del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, dopo la decisione del Wto: l’organizzazione mondiale del commercio ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi ai prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari (equivalenti a 6,8 miliardi di euro) come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus. Gli Stati Uniti imporranno i dazi dal 18 ottobre, come ha spiegato un funzionario dell’amministrazione citato dal Wall Street Journal e da altri media americani, secondo i quali l’ammontare delle tariffe sarà diverso: si valuta un 10% sui grandi aerei commerciali e un 25% su prodotti agricoli e industriali.
Pompeo ha incontrato il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Poi, parlando a SkyTg24, ha specificato che nella lista dei prodotti colpiti dai dazi potrebbero esserci anche vino, Grana e Parmigiano reggiano. “L’Italia difenderà i suoi interessi nazionali su ogni campo, specie quello economico e commerciale”, ha replicato in una nota Di Maio. Un botta e risposta a mezzo stampa dopo un incontro cordiale nella cornice di Villa Madama. Il titolare della Farnesina durante il pranzo offerto a Pompeo ha sottolineato che i dazi danneggiano le imprese dell’agroalimentare nostrano e che il ministro degli Esteri le difenderà “con tutte le forze, senza sconti”. Con il segretario di Stato, sebbene non sia lui il titolare del dossier bensì il ministro del Commercio Robert Lighthizer, Di Maio ha insistito che “il tema dei dazi è molto preoccupante” perché l’Italia “ha imprese che vivono di export e devono poter avere certezze: tra queste c’è il rapporto commerciale con gli Usa”, su cui gli eventuali dazi rischiano di abbattersi come una tagliola.
Un messaggio, ribadito nel suo incontro con Pompeo già da Giuseppe Conte, che il governo italiano spera sia riferito alle orecchie giuste a Washington. Il premier italiano è tornato nuovamente sull’argomento durante la sua visita a Cagliari: “L’Italia si rende perfettamente conto che c’è una tensione commerciale a livello globale e, sicuramente, la prospettiva di questo confronto sui dazi tra Stati Uniti e Ue non può non considerare che siamo coinvolti come Unione Europea, tuttavia confidiamo di poter ricevere attenzione dal nostro tradizionale alleato su quelle che sono alcune nostre produzioni strategiche”, ha spiegato.
L’annuncio del Wto: dazi per 7,5 miliardi di dollari – Dopo due giorni d’attesa è arrivata la decisione del Wto: gli Usa potranno imporre dazi ai prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari. Nella fattispecie Washington – che aveva chiesto al Wto un risarcimento pari a 11,2 miliardi di dollari – ha contestato la legittimità degli aiuti pubblici concessi da Bruxelles e ora potrebbe colpire una serie di prodotti tecnologici (aerei e componentistica realizzati nei quattro Paesi del consorzio Airbus: Regno Unito, Francia, Germania e Spagna) ma anche prodotti alimentari e beni di lusso. Un comparto, questo, che tocca anche esportazioni italiane, sebbene il nostro paese non faccia parte del consorzio. La sentenza è un momento cruciale della battaglia tra Airbus e Boeing, che dura da 15 anni presso l’Organizzazione, e minaccia di rendere ancora più tese le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. L’Ue – che a sua volta contesta i sussidi a Boeing – dal canto suo è intenzionata a rispondere con propri dazi, anche se il Wto non ha ancora definito l’ammontare della eventuale compensazione.
La risposta dell’Europa: “Faremo la stessa cosa” – La conferma di eventuali ripercussioni made in Europe, poche ore prima del verdetto, è arrivata dalla portavoce capo della Commissione, Mina Andreeva, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “L’Ue – ha detto – ha una posizione chiara, concordata con gli stati membri: bisogna evitare di imporre dazi l’uno contro l’altro, perché danneggerebbe le nostre economie, il commercio globale e l’industria aeronautica”. Sia gli Usa che l’Ue, ha ricordato, “sono stati riconosciuti colpevoli” in sede Wto di aver sussidiato illegalmente i rispettivi ‘campioni’ dell’industria aeronautica: “Abbiamo continuato a dire agli Usa che siamo pronti a lavorare con loro ad una soluzione equa ed equilibrata per le rispettive industrie aeronautiche – ha sottolineato ancora Mina Andreeva – Siamo tuttora pronti e disponibili a trovare un accordo equo, ma se gli Usa decideranno di applicare contromisure autorizzate, l’Ue farà la stessa cosa”. Una posizione confermata subito dopo la diffusione della decisione Wto anche dalla commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem: “Anche se gli Stati Uniti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente. Restiamo pronti a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, la Ue non potrà che fare la stessa cosa“. Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, invece, ha affermato che gli Stati Uniti commetterebbero “un errore economico e politico” se decidessero di imporre sanzioni all’Ue: “Vogliamo ridurre le tensioni ed evitare sanzioni tariffarie che danneggeranno solo le nostre due economie” ha aggiunto, sottolineando che in caso di sanzioni statunitensi, gli europei saranno pronti a “rispondere fermamente”.
La preoccupazione dell’industria aerospaziale – A pagare il costo più alto di questa nuova guerra dei dazi sarà l’industria aerospaziale sia europea che statunitense, che potrebbe subire gravi ripercussioni in termini di comparto internazionale. A sottolinearlo – in risposta alla sentenza odierna del Wto – è lo stesso gruppo aeronautico europeo che i una nota ufficiale ha ricordato come quasi il 40% dei suoi acquisti relativi agli aeromobili provenga da fornitori statunitensi e la sua catena di approvvigionamento supportai 275mila posti di lavoro negli Stati Uniti. “Se saranno applicati i dazi l’intera industria globale aeronautica sarà danneggiata” ha fatto sapere Airbus, ricordando come sul settore ‘incomba’ una seconda sentenza del Wto legata alla determinazione delle contromisure che l’UE può imporre sulle importazioni statunitensi in un caso parallelo sui sussidi statunitensi al rivale Boeing. “L’unico modo per prevenire gli effetti negativi di queste tariffe – ha detto Airbus – sarebbe che gli Stati Uniti e l’Ue trovino un accordo per questa disputa di lungo periodo attraverso una soluzione negoziata“.
La risposta dei mercati: tutte in rosso le Borse europee, idem Wall Street – Immediata la reazione negativa delle Borse, con l’indice d’area stoxx 600 che cede il 2,1%. La peggiore è Londra (-2,6%), ma soffrono anche Parigi (-2,2%), Francoforte (-1,8%), Madrid e Milano (-2,8%). Wall Street a sua volta procede in calo dopo la decisione della Wto: il Dow Jones perde l’1,14% a 26.267,60 punti, il Nasdaq cede l’1,19% a 7.814,73 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,18% a 2.905,60 punti.