L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha validato la previsione tendenziale della Nadef per il biennio 2019-2020 che ipotizza una crescita reale rispettivamente dello 0,1 e dello 0,4 per cento. La previsione, che “sconta gli aumenti delle imposte indirette connessi alle clausole di salvaguardia a partire dal prossimo anno“, appare “all’interno di un accettabile intervallo di valutazione, pur in presenza di significativi fattori di rischio sulla crescita reale del pil“, viene sottolineato.
La valutazione complessiva di accettabilità delle stime tendenziali della Nadef “tiene conto dell’entità modesta degli sforamenti rispetto alle stime del panel dellìUpb, considerando anche il grado di incertezza sulle attuali prospettive di breve periodo” e di una stima del pil nominale allineata alla fascia più alta di previsioni del panel Upb. Sul quadro macroeconomico tendenziale della Nadef pesano in ogni caso rischi, prevalentemente orientati al ribasso, imputabili a vari elementi di incertezza sia nel breve sia nel medio periodo.
Nella nota esplicativa che accompagna la lettera, l’Ufficio parlamentare ricorda che la previsione del prodotto interno lordo per il 2019-2020 “appare all’interno di un accettabile intervallo di valutazione, pur in presenza di alcuni disallineamenti rispetto alle previsioni del panel Upb”. La stima della Nadef sulla crescita tendenziale dell’economia italiana per il 2019 (0,1%), “è marginalmente superiore al valore mediano delle previsioni del panel, contrassegnate da una variabilità molto contenuta”. Mentre la variazione del pil nel 2020 (0,4%) “appare sostanzialmente in linea con la mediana del panel Upb”.
La previsione per il 2019, nelle stime contenute nella Nadef, sottende un’evoluzione sostanzialmente stagnante dell’attività economica nel III trimestre e un marginale recupero nel IV. “Le attese di una dinamica produttiva modesta nella seconda metà dell’anno sono coerenti con l’indebolimento degli indicatori coincidenti e anticipatori dell’economia italiana” e “sostanzialmente condivise dal panel Upb”. La flessione della produzione industriale in luglio “induce cautela sull’evoluzione del sistema manifatturiero, la cui debolezza potrebbe ripercuotersi sugli altri comparti produttivi”. Un fattore di incertezza, secondo l’Ufficio, è inoltre rappresentato dalle ”eventuali revisioni”, sia verso l’alto sia verso il basso, delle dinamiche trimestrali dei conti economici nazionali, che saranno diffuse il 4 ottobre e che impattano direttamente sulle previsioni per il 2019.