Di manifestazioni ludiche se ne organizzano sempre di più, in Italia e all’estero, e ci sono sempre più giocatori/visitatori che vi partecipano. Nei paesi anglosassoni per esempio siamo al boom: è sbocciata una vera primavera dei giochi da tavolo. Ma in cima alla lista resta sempre e indiscutibilmente la Internationale Spieltage (Giornate internazionali del gioco) di Essen, quest’anno in programma dal 24 al 27 ottobre.
Nel 2018 sono arrivati 190mila visitatori, con 1.150 espositori da 50 nazioni. Nate nel lontano 1983 hanno sempre mantenuto la stessa filosofia di base: si va lì e si gioca, si gioca, si gioca. E così piano piano sono diventate un must: un gamer non è un vero gamer se non le ha visitate almeno una volta. Nelle prime edizioni gli italiani proprio non c’erano: ne ricordo una nella seconda metà degli anni 80 in cui non ho incontrato un singolo italiano, né tra gli espositori né tra i visitatori. Poi hanno cominciato ad arrivare e ora siamo all’invasione: dopo la Germania siamo la nazione più presente!
Ma che ci fanno gli italiani alle Spieltage di Essen? Beh, distinguiamo:
1. I gamers: provano i nuovi giochi e se ne fanno un’idea sul campo. I gamers sanno tutto sugli ultimi prodotti: arrivano preparati avendo già studiato le novità che verranno presentate e già scelto quello che vogliono provare. È così che nascono le tendenze, con le loro opinioni sui prodotti freschi di stampa.
2. Gli autori: in Italia c’è sempre più fermento creativo, si moltiplicano gli autori e soprattutto si moltiplicano quelli che lo vorrebbero diventare. Gli autori, oltre a firmare autografi sulle scatole del loro ultimo capolavoro, incontrano i redattori delle case editrici e gli sottopongono i loro nuovi prototipi: la quantità di giochi che un redattore deve sciropparsi a Essen rasenta l’inaudito. Finita la fiera ci vogliono giorni perché si riprendano!
3. Le aziende: sono tantissime le case editrici nostrane che espongono a Essen. Sono presenti tutte le maggiori aziende del settore; ma la fiera pullula anche di “autoproduzioni”, cioè inventori o gruppi di inventori che si producono le loro “creature” e le propongono in piccole aree attrezzate. Qualche volta piacciono, fanno sold out e magari vengono notati da una grande azienda.
Poi naturalmente ci sono gli operatori del settore, i semplici appassionati, quelli che vanno a fare qualche torneo e c’è pure qualche giornalista (pochi e praticamente solo gli specializzati). Mancano solamente le famigliole in gita, fenomeno che per ora riguarda la sola Germania.
Ma vediamo qualche anteprima delle novità italiane che saranno presentate. Ve ne propongo una lista, tutt’altro che esaustiva (molte altre novità verranno annunciate nei prossimi giorni). Sono comunque troppe per poter entrare nel dettaglio di ciascuna, ma possono dare un’idea di quella che è diventata la creatività italiana nel campo del gioco e di quanto sia considerata all’estero. Se vi siete incuriositi, potete cercare nel web maggiori dettagli su ciascun prodotto o magari fare una bella gita a Essen.
Stefano Negro e Remo Khoril Conzadori con Amul per Playagame; Stefania Niccolini e Marco Canetta con Pirates under fire per la francese Explor 8; Remo Khoril Conzadori e Nestore Mangone con Humboldt’s great voyage per la tedesca Huch!; Flaminia Brasini, Virginio Gigli e il gruppo Acchittocca con Terramara per l’olandese Quined games; il prolifico Carlo A. Rossi con Voll verasselt alla Zoch, con Arkham horror: final hour per la Fantasy Flight e Tricky druids per la Pegasus; l’equipe che va sotto il nome di Cielo d’Oro con Kensington per l’austriaca Piatnik; Gabriele Bubola con Hats per la spagnola ThunderGryph Games; Leo Colovini con Castello Methoni per la coreana Mandoo games e con Heul doch! Mau mau alla Ravensburger.
Ed eccoci alle aziende italiane! Emanuele Briano e Alessandro Ciceri con 15 Men per Pendragon game studio; Lorenzo Silva e Hjalmar Hach con The King’s dilemma per Horrible games; sempre per Horrible games Martino Chiacchiera, Pierluca Zizzi e Hjalmar Hach con Similo: Fiabe e Similo: Storia, nuove edizioni di Hall of Fame illustrate da Naïade; Antonio Tinto con Mistery house – Adventure in a box per Cranio creations; sempre per Cranio Masters od Renaissance di Simone Luciani e Nestore Mangone e l’atteso Barrage di Simone Luciani e Tommaso Battista; Silvano Sorrentino e Martino Chiacchiera con Deckscape – La maledizione della sfinge per la dV Giochi e ancora con Decktective – Rose rosso sangue, sempre alla dV Giochi; Christian Giove con Origami – Legends sempre per la dV Giochi.
Ci sono poi aziende italiane che pubblicano o distribuiscono autori stranieri. Tra queste la benemerita Oliphante2 con l’edizione internazionale di Kingdomino Duel di Bruno Cathala, Ludovic Maublanc e Cyril Bouquet; poi Ares con WW2 Quartermaster General nuova edizione di Ian Brody; e ancora dV Giochi con la serie di giochi di carte Undo di Lea Frolich e Lisa Lenz.
Ripeto, è un elenco del tutto parziale: tanti altri prodotti saranno annunciati in questi giorni e ben venga se ne segnalerete altri nei commenti. Ma una cosa è ormai chiara: la cultura del gioco da tavolo ha attecchito anche in Italia. Era ora!