Ora che ha compiuto 18 anni si è potuto rendere nota l’identità e il volto del ragazzo che il 4 agosto scorso ha gettato un bambino di sei anni giù dal tetto della Tate Gallery di Londra, uno dei musei più noti e visitati della Gran Bretagna. Si tratta di Jonty Bravery , ora a processo per tentato omicidio: la prima udienza si terrà il prossimo febbraio. Il procuratore di Londra, il giudice Nicholas Hilliard QC, ha rifiutato la richiesta della difesa di estendere il suo diritto all’anonimato fino a quando non sarà trasferito dal carcere minorile a un’altra istituzione e quindi il suo volto è apparso oggi sulle pagine di tutti i giornali e siti inglesi.
Il bambino, precipitato dal decimo al quinto piano del museo, si è fratturato la colonna vertebrale, le gambe e le braccia, riportando un’emorragia cerebrale. “Fatica a capire perché non muoversi, deglutire o parlare“, ha raccontato la sua famiglia ai quotidiani inglesi. “Il nostro bambino inizia a fare del suo meglio, muove la lingua, il braccio destro e la mano. Vediamo i suoi sforzi, crediamo con tutto il cuore che troverà il modo e la testa di fare tutto di nuovo. È molto coraggioso, continua a sorridere alle nostre battute. Ma iniziamo a vedere purtroppo anche la sua sofferenza. Non capisce perché non riesca a mangiare o a ingoiare un po’ di yogurt. Dobbiamo essere forti per lui. In primo luogo perché continua a sorridere e a fare progressi coraggiosamente, e poi perché vediamo che conta su di noi per prenderci cura di lui”.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il bambino – originario della Francia – era in vacanza con la famiglia e stava visitando la Tate con la madre quando all’improvviso è stato afferrato da Bravery che l’ha scagliato nel vuoto dalla balconata panoramica al decimo piano, davanti allo sguardo attonito dei presenti.