Presto molti grandi elettrodomestici che verranno commercializzati nell’Unione Europea dovranno rispettare 10 nuovi requisiti di ecodesign dettati dalla Commissione europea. I produttori avranno l’obbligo di adottare un approccio ecocompatibile e quindi realizzare prodotti riciclabili, riparabili, riusabili e facilmente smaltibili nell’ambito di un’economia circolare. Si tratta di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori, sorgenti luminose e apparecchiature per la saldatura.

I consumatori trarranno benefici diretti da questa novità perché, fra le altre cose, i produttori dovranno provvedere alla riduzione dei consumi energetici. Insieme alle etichette energetiche che sono già in vigore, gli esperti stimano che si arriverà a un risparmio di corrente di 167 TWh entro il 2030, che è pari al consumo energetico annuo di un paese come la Danimarca. Questo si tradurrà in bollette energetiche più leggere, con un risparmio medio annuo di 150 euro a famiglia. Sul fronte dell’ambiente, si avrà una riduzione di oltre 46 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

Foto: Depositphotos
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Inoltre, le nuove norme dovrebbero contenere il fenomeno dell’obsolescenza programmata dei prodotti grazie ai requisiti di riparabilità imposti. Per la maggior parte dei dispositivi, i pezzi di ricambio dovranno essere disponibili per 10 anni, in altri casi il limite minimo sarà di 7 anni. In tutti i casi il ricambio dovrà essere reso disponibile entro 15 giorni lavorativi. A questo si aggiunge il fatto che i pezzi guasti dovranno poter essere sostituiti con quelli di ricambio con strumenti comunemente diffusi.

Monique Goyens, direttore generale della BEUC, l’Associazione europea dei consumatori, sottolinea che “i nuovi requisiti di riparazione aiuteranno a migliorare la durata degli apparecchi di uso quotidiano che attualmente si rompono troppo rapidamente. È cruciale tenere traccia dell’attuale tendenza ‘usa e getta’, che esaurisce le risorse naturali e svuota le tasche dei consumatori. L’UE ha iniziato con cinque prodotti presenti nelle case della maggior parte dei consumatori, incoraggiamo i legislatori a rendere riparabili più categorie di prodotti “.

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Nella nota ufficiale, la Commissione UE sottolinea che “le decisioni prese in fase di progettazione influenzano notevolmente ciò che accade durante le fasi di utilizzo e di fine vita, non solo in termini di consumo di energia, ma anche in termini di durata della vita, manutenzione, riparazione, riutilizzo, aggiornamento, riciclabilità e gestione dei rifiuti. Queste misure comportano anche vantaggi a livello macroeconomico, riducendo la bolletta energetica dell’Europa attraverso il risparmio energetico e le emissioni di gas serra. In tal modo, rappresentano un contributo diretto all’attuazione dell’accordo di Parigi”.

Non resta che attendere nelle prossime settimane la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle nuove misure. E per quanto riguarda l’Italia si attendono novità sul decreto riguardante l’obsolescenza programmata.

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