Nelle prossime settimane ci sarà lo sciopero generale delle partecipate romane. Una mobilitazione cui le parti sociali capitoline, negli ultimi 20 anni, sono ricorsi solo nel 2015, in protesta con il sindaco Ignazio Marino contro la riforma del salario accessorio. Il nuovo terremoto in Ama e, soprattutto, gli incidenti fuori dalla sede di Roma Metropolitane, col ferimento del parlamentare Stefano Fassina e di un dipendente della municipalizzata, ha portato i sindacati sul piede di guerra. A dare l’annuncio della protesta è stato il segretario della Uil Roma e Lazio, Alberto Civica, in una conferenza stampa congiunta accanto ai colleghi di Cisl Roma e Rieti, Carlo Costantini, e Cgil Roma e Lazio, Michele Azzola. Il giorno della protesta non è stato ancora fissato, ma stanno già arrivando le adesioni delle rsu delle varie società municipalizzate capitoline, da Atac ad Ama passando per Zetema, Farmacap e Multiservizi.

I sindacati: “Lemmetti latitante, si dimetta” – “Parliamo di lavoratori e lavoratrici che difendevano il diritto a lavorare, un diritto fondamentale della Costituzione”, ha detto Azzola, che poi ha rincarato la dose: “Ci chiediamo – ha affermato il segretario Cgil – se un personaggio inqualificabile come Lemmetti, venuto da un paesino come Livorno che non risponde alla Giunta e ai sindacati e nessuno ha mai visto a un tavolo di confronto, possa ergersi a personaggio che bastonerà le partecipate che danno lavoro a 30mila persone”. Severo anche Civica: “La Giunta Raggi non è in condizioni di gestire una situazione così critica. Da due anni un’azienda strategica per la Capitale è ostaggio del Dipartimento partecipate e dell’assessore Lemmetti, mentre la sindaca latita. Uno scenario disastroso”.

Le accuse alla Raggi – Le parti sociali hanno anche accusato la sindaca Virginia Raggi di “non aver detto una parola su quanto accaduto ieri”. A intervenire, però, in mattinata è stato l’assessore al Personale, Antonio De Santis, che ha espresso la sua solidarietà nei confronti delle persone ferite, per poi annunciare che i 45 esuberi di Roma Metropolitana potrebbero essere trasferiti in altre strutture comunali: “All’insegna di un dialogo anche aspro, ma sempre costruttivo, si può ragionare su varie ipotesi. Per esempio si potrebbe ipotizzare di ricollocare i lavoratori considerati in esubero riassorbendoli in altre aree produttive afferenti a Roma Capitale, attraverso lo strumento della mobilità interaziendale”.

Fassina dimesso. Indaga la Digos – Nel frattempo, sui fatti di martedì sera in via Tuscolana la Digos di Roma è stata incaricata di stilare una relazione, da consegnare poi alla Procura di Roma. Stefano Fassina in giornata è stato dimesso dall’ospedale San Giovanni, con una prognosi di 20 giorni. “I diritti di lavoratrici e lavoratori sono stati calpestati – ha scritto in una lettera inviata ai dipendenti di Roma Metropolitane – L’arroganza dell’assessore al Bilancio è inaccettabile. Chi ha responsabilità di governo deve sempre cercare il dialogo, in particolare quando il dialogo è invocato dai lavoratori. Quanto è accaduto ieri a Roma Metropolitane è inammissibile in un Paese democratico. La ministra Lamorgese ha disposto un’indagine interna. Speriamo si concluda al più presto e accerti i responsabili di fatti che non si devono più ripetere”.

Il fuoco incrociato – Sul Campidoglio si è abbattuto il fuoco incrociato degli ormai ex amministratori Ama. “L’ultima volta che ho sentito la sindaca è stato ad agosto – ha detto la presidente uscente, Luisa Melara – Non ci siamo più visti, più sentiti, abbiamo cercato il suo contatto, abbiamo cercato un incontro con lei su vari fronti e temi, alcuni assai delicati, che mi hanno visto esposta in prima persona sul tema giudiziario”. Tutto ciò mentre il direttore del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, Laura D’Aprile, ha confermato che “giovedì sarà perfezionata la nomina del nuovo amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis”.

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