Da anni osservano e denunciano una progressiva erosione dei diritti dei cittadini affermati dall’articolo 32 della Costituzione che evidenzia come “la Repubblica italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La situazione è diventata “intollerabile” e “molto grave”. Il 18 settembre Cittadinanzattiva e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO) hanno siglato un documento congiunto intitolato “Insieme per il diritto alla Salute”. Perché si è arrivati a tale accordo inedito? “Vediamo sempre più messi in discussione due fondamentali aspetti come l’universalità e l’accesso uguale ai servizi. Sia chiaro, non è certo una novità assoluta, visto che denunziamo questo trend da tempo. Ma crediamo che oggi davvero si sia arrivati ad un punto in cui è necessario creare una alleanza tra tutti i soggetti che hanno a cuore un servizio sanitario nazionale pubblico, universale e accessibile” dice a ilfattoquotidiano.it il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso.
Gli enti firmatari considerano “necessario” e “prioritario” porre al centro dell’agenda politica il tema del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), procedendo alla revisione dei criteri di riparto del Fondo Sanitario a partire dal bisogno di salute e del diritto alle cure. Tali bisogni, aggiungono le associazioni, vanno rilevati attraverso dati epidemiologici raccolti con un processo di informatizzazione non più rinviabile che veda la creazione di banche dati pubbliche, che tengano conto non solo degli aspetti clinici ed anagrafici, ma anche di elementi di deprivazione economica e sociale. Con questo “Patto per la salute” che cosa chiedete al governo Conte II? “Sono diversi gli aspetti che proponiamo di risolvere il prima possibile. Anzitutto chiediamo delle serie politiche volte a eliminare le assurde differenze di qualità e accessibilità del SSN. E sia chiaro, non è solo un tema che riguarda Nord e Sud del Paese – sottolinea Gaudioso – ma aree interne rispetto ad aree metropolitane, o anche semplicemente diverse aree della stessa regione. Accanto a questo tema generale, chiediamo interventi specifici come il superamento del superticket, una tassa iniqua e che ha fatto perdere risorse al SSN, stabilendo un criterio generale, cioè che gli eventuali risparmi ottenuti nel SSN restino nello stesso”. Proprio il primo ottobre, il ministro della Salute Speranza ha annunciato l’intenzione di eliminare il superticket e stanziare nuove risorse per la sanità nella prossima manovra.
Le organizzazioni auspicano anche, tra le varie cose, una riorganizzazione delle reti territoriali e ospedaliere e tornare a investire sul personale che attualmente soffre di una carenza cronica. “Abbiamo proposto al nuovo esecutivo un Tavolo di confronto sul tema dell’autonoma differenziata. Vogliamo che questo dibattito esca dalle stanze del Consiglio dei Ministri e delle Regioni – aggiunge al Fatto.it Gaudioso – e arrivi finalmente al pubblico, con un confronto aperto con le organizzazioni dei cittadini, pazienti e operatori. Su un aspetto così importante, come la coesione del nostro Paese anche attraverso pilastri fondamentali come il welfare, non vogliamo che la trattativa sia solo tra parti politiche e amministratori locali, ma che si misuri con i problemi reali del nostro territorio”.
Qual è la situazione in cui versa il SSN nel 2019? Oltre una persona su tre (37,3%, il 6% in più rispetto all’anno precedente) fra quelli che si sono rivolti a Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato ha segnalato difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie. Secondo i dati raccolti le liste di attesa, soprattutto per esami diagnostici come mammografie, risonanze e tac, e i costi a carico dei cittadini, in particolar modo per ticket, farmaci e prestazioni in intramoenia, restano le note dolenti per curarsi in Italia. “Si attendono, ad esempio, in media 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 per una risonanza magnetica, 10 per una Tac e per una protesi d’anca, 9 per un ecodoppler e 7 mesi per una protesi al ginocchio” dice al Fatto.it Gaudioso. E se i costi dei ticket per esami diagnostici e visite restano la prima voce di spesa segnalata dai cittadini, crescono anche quelli per i farmaci e per le prestazioni in intramoenia. L’associazione evidenzia inoltre che sono “in aumento le problematiche relative all’assistenza territoriale”, in particolare per quella di base erogata da medici di famiglia e pediatri. Ci sono dei segnali di un cambio di registro politico dopo la costituzione del governo M5s-PD? Il segretario generale di Cittadinanzattiva ha accolto “positivamente le prese di posizione del ministro della salute Speranza e del ministro per gli affari regionali e le autonomie Boccia, che per alcuni aspetti vanno esattamente nella direzione che ci auspicavamo. Speriamo adesso che dalle intenzioni si passi ai fatti, assicurando il rifinanziamento del SSN e l’apertura dei tavoli di confronto sulle autonomie”. Tra le varie cose, nel documento siglato si sottolinea anche di discutere in parlamento di una proposta di riforma dell’articolo 117 della Costituzione. “Lo abbiamo fatto insieme alla FNOMCEO e altre 80 realtà sociali, associative e professionali con la campagna “Diffondi la salute”. Crediamo che solo affermando il diritto dell’individuo si possano rafforzare gli strumenti a garanzia dei diritti dei cittadini e della loro effettiva accessibilità” conclude Gaudioso.