“Il fatto di richiedere preliminarmente la conoscenza dei criteri di definizione delle liste è in contraddizione con il principio stesso di profilazione. I criteri di profilazione sono l’esito e non il presupposto dell’analisi dei dati”. Alessandro Santoro, docente di Scienze delle Finanze a Milano Bicocca ed ex membro del comitato di gestione dell’Agenzia delle Entrate, ribadisce le critiche ai paletti posti dal Garante della privacy rispetto alla profilazione dei contribuenti, attraverso l’utilizzo massivo dei dati dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, per individuare quelli a rischio evasione. Tema cruciale visto che il governo sta mettendo a punto un grande piano che proprio attraverso la tracciabilità punta a portare alla luce almeno una parte dei 109 miliardi nascosti ogni anno al fisco. La partita è delicata e le Entrate – chiamate direttamente in causa nella replica inviata al fattoquotidiano.it dall’Authority per la protezione dei dati personali secondo cui “il carattere sperimentale della verifica fiscale è stato il frutto di un’autonoma decisione dell’Agenzia” – scelgono “per il momento di non commentare”.
Rispondendo all’articolo del fatto.it il presidente dell’authority Antonello Soro ha negato di aver “espresso veti”: ritiene di non aver “mai impedito la profilazione sulla base del rischio fiscale” e di essersi limitato “a valutare la compatibilità delle misure proposte con le garanzie di protezione dei dati – anche per evitare il rischio di accessi abusivi e attacchi informatici”. Santoro però ricorda che “in data 17 aprile 2012 il Garante (all’epoca alla presidenza c’era Francesco Pizzetti, ndr) ha affermato: “Si ritiene necessario che l’Agenzia sottoponga a questa Autorità ai fini di una verifica preliminare il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate con il quale saranno definiti i criteri per l’elaborazione delle liste (di contribuenti a maggior rischio di evasione, ndr) al fine di individuare eventuali misure e accorgimenti idonei a garantire l’applicazione dei principi in materia di protezione dei dati personali”. E questa richiesta “è in contraddizione con il principio stesso di profilazione. I criteri di profilazione sono, infatti, l’esito e non il presupposto dell’analisi dei dati”.
“Per comprendere se un determinato individuo si comporta in modo anomalo“, spiega l’accademico che in passato ha partecipato alla commissione per la redazione della Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione, “è necessario prima di tutto incrociare tutti i dati relativi al suo profilo personale e poi, dai dati stessi, ricavare il profilo di rischio. Se i dati rivelano delle correlazioni significative tra alcune caratteristiche personali (ad esempio il settore, la condizione familiare, l’area geografica di residenza o quant’altro) e i comportamenti a rischio (ad esempio uno scostamento significativo tra le giacenze medie sul conto e i dati della dichiarazione), allora quelle caratteristiche personali diventano un criterio di rischio”.
Non a caso, aggiunge Santoro, “se una banca deve capire qual è il grado di rischio che presenta la concessione di un prestito ad un determinato soggetto, vedrà quanto le caratteristiche personali di quel soggetto e del prestito che lui ha richiesto coincidono con le variabili che, in passato, sono risultate correlate alla mancata restituzione del prestito. E’ questa la logica del data mining e del machine learning che sono ormai suggeriti da tutte le best practice internazionali anche per il rischio fiscale (si veda, da ultimo, il rapporto Tax Administration 2019 dell’Oecd, in particolare il capitolo dedicato al Compliance risk management).
E’ per questo che, ragiona il docente, “nel momento stesso in cui il Garante ha richiesto la conoscenza preliminare dei criteri di rischio per autorizzare l’uso dei dati ha di fatto impedito la profilazione individuale del rischio fiscale attuata tramite le tecniche più avanzate di analisi dei dati. Ne è seguita la necessità di lavorare al contrario, cercando di trovare a priori i criteri di rischio e quindi applicandoli alla popolazione. Un’operazione ad alto rischio di errore e che ovviamente si poteva fare solo con una sperimentazione. Il rischio di errore, tuttavia, non è affatto eliminato perché la sperimentazione avviene, per definizione, su pochi casi, mentre le tecniche di data mining sono particolarmente efficaci quando vengono applicate alle popolazioni nella loro interezza, non a sottinsiemi di dati. Infine, mi preme sottolineare che io nulla ho dichiarato riguardo agli interventi del Garante sul redditometro, strumento che non ho mai ritenuto efficiente”.
Economia
Lotta all’evasione e i presunti blocchi del garante della Privacy. Soro: “Nessun veto sulla profilazione”. L’esperto: “Falso, nei fatti è così”
IL DIBATTITO - Antonello Soro ha replicato all'articolo de ilfattoquotidiano.it scrivendo di essersi limitato "a valutare la compatibilità delle misure proposte con le garanzie di protezione dei dati". L'economista Alessandro Santoro, ex componente del comitato di gestione delle Entrate, ribadisce: "I criteri di profilazione sono l’esito e non il presupposto dell’analisi dei dati. Volerli sapere preventivamente contraddice il principio stesso". L'Agenzia sceglie "per il momento" di non commentare
“Il fatto di richiedere preliminarmente la conoscenza dei criteri di definizione delle liste è in contraddizione con il principio stesso di profilazione. I criteri di profilazione sono l’esito e non il presupposto dell’analisi dei dati”. Alessandro Santoro, docente di Scienze delle Finanze a Milano Bicocca ed ex membro del comitato di gestione dell’Agenzia delle Entrate, ribadisce le critiche ai paletti posti dal Garante della privacy rispetto alla profilazione dei contribuenti, attraverso l’utilizzo massivo dei dati dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, per individuare quelli a rischio evasione. Tema cruciale visto che il governo sta mettendo a punto un grande piano che proprio attraverso la tracciabilità punta a portare alla luce almeno una parte dei 109 miliardi nascosti ogni anno al fisco. La partita è delicata e le Entrate – chiamate direttamente in causa nella replica inviata al fattoquotidiano.it dall’Authority per la protezione dei dati personali secondo cui “il carattere sperimentale della verifica fiscale è stato il frutto di un’autonoma decisione dell’Agenzia” – scelgono “per il momento di non commentare”.
Rispondendo all’articolo del fatto.it il presidente dell’authority Antonello Soro ha negato di aver “espresso veti”: ritiene di non aver “mai impedito la profilazione sulla base del rischio fiscale” e di essersi limitato “a valutare la compatibilità delle misure proposte con le garanzie di protezione dei dati – anche per evitare il rischio di accessi abusivi e attacchi informatici”. Santoro però ricorda che “in data 17 aprile 2012 il Garante (all’epoca alla presidenza c’era Francesco Pizzetti, ndr) ha affermato: “Si ritiene necessario che l’Agenzia sottoponga a questa Autorità ai fini di una verifica preliminare il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate con il quale saranno definiti i criteri per l’elaborazione delle liste (di contribuenti a maggior rischio di evasione, ndr) al fine di individuare eventuali misure e accorgimenti idonei a garantire l’applicazione dei principi in materia di protezione dei dati personali”. E questa richiesta “è in contraddizione con il principio stesso di profilazione. I criteri di profilazione sono, infatti, l’esito e non il presupposto dell’analisi dei dati”.
“Per comprendere se un determinato individuo si comporta in modo anomalo“, spiega l’accademico che in passato ha partecipato alla commissione per la redazione della Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione, “è necessario prima di tutto incrociare tutti i dati relativi al suo profilo personale e poi, dai dati stessi, ricavare il profilo di rischio. Se i dati rivelano delle correlazioni significative tra alcune caratteristiche personali (ad esempio il settore, la condizione familiare, l’area geografica di residenza o quant’altro) e i comportamenti a rischio (ad esempio uno scostamento significativo tra le giacenze medie sul conto e i dati della dichiarazione), allora quelle caratteristiche personali diventano un criterio di rischio”.
Non a caso, aggiunge Santoro, “se una banca deve capire qual è il grado di rischio che presenta la concessione di un prestito ad un determinato soggetto, vedrà quanto le caratteristiche personali di quel soggetto e del prestito che lui ha richiesto coincidono con le variabili che, in passato, sono risultate correlate alla mancata restituzione del prestito. E’ questa la logica del data mining e del machine learning che sono ormai suggeriti da tutte le best practice internazionali anche per il rischio fiscale (si veda, da ultimo, il rapporto Tax Administration 2019 dell’Oecd, in particolare il capitolo dedicato al Compliance risk management).
E’ per questo che, ragiona il docente, “nel momento stesso in cui il Garante ha richiesto la conoscenza preliminare dei criteri di rischio per autorizzare l’uso dei dati ha di fatto impedito la profilazione individuale del rischio fiscale attuata tramite le tecniche più avanzate di analisi dei dati. Ne è seguita la necessità di lavorare al contrario, cercando di trovare a priori i criteri di rischio e quindi applicandoli alla popolazione. Un’operazione ad alto rischio di errore e che ovviamente si poteva fare solo con una sperimentazione. Il rischio di errore, tuttavia, non è affatto eliminato perché la sperimentazione avviene, per definizione, su pochi casi, mentre le tecniche di data mining sono particolarmente efficaci quando vengono applicate alle popolazioni nella loro interezza, non a sottinsiemi di dati. Infine, mi preme sottolineare che io nulla ho dichiarato riguardo agli interventi del Garante sul redditometro, strumento che non ho mai ritenuto efficiente”.
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Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Il definanziamento del fondo per la povertà educativa, che pure in 10 anni ha dato sollievo e maggiori opportunità a mezzo milione di bambini e bambine in condizioni di fragilità. E poi, ancora niente per non autosufficienza e disabilità, così come si profilano nuove nuvole all'orizzonte a causa dei tagli agli enti locali e quindi anche al welfare". Lo dichiara in una nota Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd con delega al Terzo Settore e all'Associazionismo.
"Contravvenendo alle tante promesse, la manovra di bilancio appena approvata dal Parlamento - la terza dell'era Meloni - chiude una porta in faccia a tutto il comparto del Terzo Settore. Non va meglio poi per quanto riguarda la mancata rimozione del tetto per il 5 per mille agli Enti del Terzo Settore, soldi che non finiscono là dove gli stessi contribuenti indicano di volerli indirizzare".
"Speriamo almeno che la proroga dell'entrata in vigore del regime dell'Iva per il Terzo Settore serva a risolvere la cosa una volta per tutte. Come Partito Democratico ci impegneremo in questo senso a partire già dai primi giorni del 2025".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Uno dei lati più cupi e tristi di una catastrofe umanitaria è che i morti fanno sempre meno notizia: a Gaza siamo oltre la tragedia, siamo oltre la più bieca e feroce disumanità. Gli ospedali i personale sanitario sono diventati il bersaglio delle truppe israeliane . E nelle tende degli sfollati, ogni giorno neonati muoiono morti di freddo : che he responsabilità avevano dei bambini ? Collaboravano con Hamas, sostenevano Hamas, erano complici di Hamas? Cos'è questo se non un crimine di guerra?". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Lo chiedo - prosegue il leader di SI - a chi contesta la decisione del Tribunale Internazionale dell'Aja, che ha spiccato un mandato d'arresto per Netanyahu per crimini di guerra. Lo chiedo a Matteo Salvini, che ha detto che quella decisione sarebbe disattesa dal nostro Paese se il criminale di guerra Netanyahu venisse in Italia. Lo chiedo a chiunque si metta a fare l'analisi semantica della parola genocidio. Cos'altro vi serve dopo migliaia e migliaia di bambini morti?".
"Non basta continuare a dire 'due popoli, due Stati' senza fare nient'altro. Perché lo Stato di Palestina non c’è, e a breve - conclude amaramente Fratoianni - potrebbe non esserci più nemmeno il popolo palestinese".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "È degna di rilievo la notizia che i cattolici democratici si preparano ad assumere una forte iniziativa politica e culturale. Essa è destinata a smuovere le acque stagnanti dentro il Pd, partito ormai consegnato a una deriva populista. Non è indifferente, però, il modo in cui l’iniziativa di Delrio, Prodi, Castagnetti e Ruffini prenderà piede. Perché un conto è la sua costituzione come area culturale all’interno del Pd, altra cosa, ovviamente, sarebbe la nascita di una forza esterna a quel partito. In questo secondo caso, Azione, forza di chiara ispirazione liberale, laica e riformista, potrebbe essere aperta al confronto e al dialogo senza paletti o pregiudizi". Così Osvaldo Napoli di Azione.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - La locandina dell'evento è pronta. L'appuntamento è per il 18 gennaio a Milano. Occasione: il battesimo di Comunità democratica. A promuoverlo alcuni esponenti cattolico democratici del Pd. L'organizzatore è Graziano Delrio e con lui ci sono Stefano Lepri, Patrizia Toia, Silvia Costa, Fabio Pizzul tra gli altri. Nutrito l'elenco dei partecipanti all'iniziativa. A partire dai 'padri nobili' Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti, presidente dell'associazione 'I Popolari', fino a Ernesto Maria Ruffini, l'ex-direttore dell'Agenzia delle Entrate da cui si è dimesso nelle scorse settimane, attorno a cui si sono condensate suggestioni come possibile 'federatore' di un'area moderata.
Quindi il mondo dell'associazionismo con il dem Paolo Ciani, esponente di Demos, il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia ed ancora Francesco Russo, vicepresidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e tra gli animatori della 'rete di Trieste', un nutrito gruppo di amministratori locali di ispirazione cattolica, nata appunto a Trieste a margine della Settimana Sociale dei Cattolici lo scorso luglio.
Ed ancora studiosi e professori come Elena Granata, vicepresidente della Scuola di Economia Civile. E poi tanti amministratori locali. Lombardi, innanzitutto, come l'ex-sindaco di Brescia e consigliere regionale, Emilio Del Bono. "Ci saranno diversi amministratori lombardi perché è da lì che cominciamo, poi faremo iniziative in altre regioni", spiega Lepri interpellato dall'Adnkronos.
"L'incontro del 18 gennaio -aggiunge Lepri- arriva dopo una sequenza di appuntamenti, come quello dello scorso anno de I Popolari, molto partecipato, all'Angelicum (c'erano anche Dario Franceschini e Lorenzo Guerini tra gli altri, ndr) e poi la Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste. C'è l'esigenza di un impegno, di confrontarsi e di rappresentare anche l'attualità del pensiero dei cattolico democratici. Lo faremo con la presenza di autorevoli esponenti dell'università e ricerca e con tanti amministratori perchè facendo comunità, di qui il nome che ci siamo dati, che si cambia il mondo e lo si fa partendo dalle comunità locali. E lo faremo con alcuni 'padri nobili' nel segno della continuità politica".
Lepri, ma Comunità democratica sarà un'area del Pd o l'embrione di quel soggetto di centro di cui tanto si parla? "La nostra volontà è quella di confrontarci e rimettere insieme reti che abbiamo cominciato a ricomporre. Non è in discussione che il nostro impegno è nel Pd e per contare di più nel Pd, a partire dalle nostre proposte e dalla nostra capacità di organizzarci. Non c'è nessun ragionamento che va oltre". Ma ci sarà anche il 'federatore' Ruffini... "Lo abbiamo invitato e lui è molto contento di esserci".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Con questo governo anche la matematica è un’opinione. Matteo Salvini ha infatti annunciato trionfalmente che 'nei primi 15 giorni di vigore del nuovo codice della strada, i morti sono diminuiti del 25%, passando dai 67 del 14-18 dicembre 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest'anno'. Signor ministro, ma lei è del mestiere? Non vorrei sconvolgerla con questa notizia, ma il periodo 14-18 dicembre è composto da cinque giorni, non da quindici. E un confronto su un lasso di tempo così ridotto è in ogni caso ridicolo per trarre conclusioni e bilanci statistici. Il motivo è semplice: cinque giorni non sono in grado di indicare alcuna tendenza. Sono una fotografia parziale, casuale, distorta. Senza contesto”. Lo scrive sui suoi canali social il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
“Se davvero vuole impegnarsi per la sicurezza stradale, servono dati seri, analisi profonde, non proclami e statistiche creative. Servono - sottolinea Magi - infrastrutture decenti, educazione stradale, mobilità sostenibile, riduzione della velocità e non una caccia alle streghe nei confronti di chi consuma cannabis, di chi vuole istituire le zone 30 o investire nella mobilità sostenibile. Ci penseranno i tribunali a spazzare via queste norme. Ma le vite salvate, ministro Salvini, non sono numeri da lanciare a casaccio per farsi belli. La pianti con la sua propaganda e - conclude Magi - faccia un ripasso in matematica”.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Il 18 e 19 gennaio ci ritroveremo a Orvieto con l’associazione Libertà Eguale sul tema generale Idee per una sinistra di Governo. Cosa dobbiamo, cosa vogliamo, cosa possiamo fare. Ci rivolgiamo, come sempre, all’intero centrosinistra per far maturare una moderna cultura liberale di Governo nell’orizzonte segnato dal conflitto tra democrazie e autocrazie”. Lo dichiara Stefano Ceccanti vice-presidente dell’Associazione.
Sono previsti, tra la relazione iniziale di Claudia Mancina, l’intervento di Michele Salvati e le conclusioni del Presidente Enrico Morando alcuni focus particolari, tra cui un’intervista di Giorgio Tonini a Paolo Gentiloni. “Il conflitto tra democrazie e autocrazie – prosegue Ceccanti- comporta di prendere sul serio il tema di un’efficace difesa europea, fuori da qualsiasi forma di appeasement e di forme astratte di pacifismo. E la difesa porta con sé il grande tema di De Gasperi e Spinelli di una maggiore integrazione politica perché difesa comune richiama autorità politica comune”.
Previsto anche un focus sullo stato delle istituzioni a partire dal libro sulla presidenza Napolitano “Presidente di tutti” di Giovanni Matteoli presieduto da Emilia Patta con l’autore, Stefano Ceccanti, Francesco Clementi, Carlo Fusaro. “E’ evidente a tutti che istituzioni non compiutamente e non coerentemente riformate non stanno ferme, immobili . dichiara Ceccanti – ma vedono peggiorare il proprio rendimento. Si può affrontare seriamente una gestione dell’autonomia dopo la sentenza della Corte senza un Senato delle Regioni? Si possono ridurre i decreti senza una data certa per i disegni di legge del governo? Si può intervenire sulla forma di governo senza chiarezza sul bicameralismo, sul voto estero, sull’avvicinamento tra singoli eletti ed elettori, sulle forme di ballottaggio? Le istituzioni non possono essere trattate come una qualsiasi materia che veda per forza lo scontro tra maggioranza e opposizione”. L’Assemblea Nazionale si svolgerà presso l’Aula Magna del Centro Studi città di Orvieto.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - Gabriele Gravina è l'unico candidato alla presidenza della Figc per il prossimo quadriennio. I termini per la presentazione delle candidature sono scaduti il 25 dicembre. L'assemblea elettiva è in programma il prossimo 3 febbraio presso il Rome Cavalieri a Roma. All'ordine del giorno l'elezione dei Consiglieri federali delle componenti ai sensi dell’art. 26, comma 4 dello Statuto federale; l'elezione del Presidente Federale; l'elezione del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.