Abbiamo guidato la nuova citycar francese, in rampa di lancio il mese prossimo con una gamma che parte da 14.950 euro e comprende motori benzina e diesel, ma anche una versione 100% elettrica che invece costerà intorno ai 30 mila euro. Ecco com'è andata
Difficile reinventarsi, quando parti dalla metà degli anni ’80 chiamandoti 205 e arrivi ai giorni nostri come 208. Difficile continuare a macinare record, dopo 22 milioni di pezzi venduti in giro per l’Europa e una rivoluzione tecnologica green alle porte. Anzi, di fatto già in corso. Difficile, ma possibile. Per farlo, alla Peugeot hanno puntato sul cavallo di battaglia di sempre: lo stile. Elegante, mai banale, distintivo sia fuori che dentro. Con lo stato dell’arte della tecnologia messa in campo dal gruppo Psa.
Ed ecco che quel che c’è sotto al cofano non è più determinante, semplicemente perché può esserci qualsiasi cosa. La nuova Peugeot 208 nasce infatti sulla piattaforma “multienergia” CMP, quella da dove vengono fuori pure altri pezzi importanti dello scacchiere Psa, tipo Opel Corsa, DS3, ma anche la futura Citroen C3 e i suvvetti da città che tanto piacciono in questo momento, tipo la 2008, in rampa di lancio tra un paio di mesi.
Una base costruttiva, soprattutto, adeguata sia ai motori termici tradizionali che all‘elettrificazione. Non è un caso che la 208 che arriverà nelle concessionarie italiane a novembre (ma è già ordinabile) venga offerta indifferentemente a benzina, diesel o elettroni (la e-208 sarà disponibile da gennaio, per la precisione). Libertà di scelta, dunque, a patto di avere le carte in regola per passare alla mobilità elettrica.
Non è poi un caso che, in occasione del test drive dedicato alla stampa italiana, fosse presente anche il numero uno del marchio francese (di origini italiane) Jean-Philippe Imparato: “L’Italia per Peugeot è il secondo mercato mondiale riguardo a modelli di segmento B, e ci aspettiamo una grande risposta”. E poi, una battuta sull’elettrico: “è importante, ma siamo tranquilli. Abbiamo un‘offerta variegata di cui l’elettrificazione è una componente, ma non l’unica. Rispetteremo i limiti sulle emissioni già da gennaio, non pagheremo multe. Noi siamo pronti, quelli che non lo sono se la vedranno brutta”.
Partiamo quindi dall’inedita e-208. La citycar a elettroni ha tre modalità di guida: Eco, Normale e Sport, che ovviamente comportano diversi livelli di consumi energetici. E’ spinta da un motore elettrico da 100 kW (136 cavalli) ed ha un’autonomia dichiarata di 340 chilometri. I tempi di ricarica variano a seconda della tipologia di ricarica stessa, ma utilizzando quella veloce in mezz’ora si ha a disposizione circa l’80% della batteria. La garanzia è di 160 mila km o 8 anni. In virtù di un accordo con Enel X, poi, Peugeot ha messo a punto diversi pacchetti, con soluzioni sia per l’utenza domiciliare che per quella lavorativa.
Ma è sui costi che si giocherà la partita degli elettroni. La casa francese ha scelto di privilegiare l’utilizzo rispetto al possesso, e propone una tabella secondo cui i costi del noleggio di un’elettrica vanno ad allinearsi a quelli di una termica tradizionale (una 100 Cv a benzina o gasolio): 3.500 euro di anticipo e una rata mensile che può variare. Esercizi di pricing per ora, che tuttavia devono passare il vaglio del concreto, soprattutto per quanto riguarda le spese di ricarica per kW, ancora fumose. Comunque sia, chi invece volesse comprarla una e-208, dovrebbe sborsare 30 mila euro (38 per la versione top).
C’è anche chi, e saranno tanti (30 mila vendite annuali la previsione della filiale italiana), sceglierà motorizzazioni tradizionali. Per loro c’è una gamma con prezzi a partire da 14.950 euro. Una sola la versione diesel: è spinta da un 1.5 quattro cilindri da 100 Cv. Mentre sul versante benzina, disponibile un 1.2 tre cilindri da 75 cavalli, anche nelle varianti turbo da 100 (questa presumibilmente la più venduta, come pure la più piacevole da guidare) e 130 Cv.