Governo e Antimafia contro l’ipotesi che la Corte europea dei diritti dell’uomo lunedì possa aprire la strada all’eliminazione del cosiddetto “ergastolo ostativo” per mafiosi e terroristi, facendo saltare di fatto il 41 bis. Dopo la presa di posizione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sabato Luigi Di Maio ha pubblicato su Facebook un post in cui paventa “il serio rischio di ritrovarci fuori dal carcere anche ‘boss’ mafiosi e terroristi. Ovviamente si andrebbero a depotenziare gli strumenti giudiziari che oggi ci permettono di fronteggiare il fenomeno mafioso e terroristico. E non si tratta di un problema che interessa solo l’Italia, ma ne va della sicurezza di tutta l’Europa”. Nel pomeriggio, poi, il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, aveva avvertito: “Quella legislazione ha avuto positivi risultati e ha consentito le collaborazioni. Nel momento in cui dovesse venir meno, se l’ergastolo si trasformasse in una pena diversa è certo che tutti i risultati positivi fino a ora conseguiti non si avrebbero più“. E contro un’eventuale stop all’ergastolo ostativo hanno preso posizione anche i membri M5s della Commissione parlamentare Antimafia.
“La Corte Europea dei diritti dell’uomo deve dichiarare da che parte sta nella lotta alla mafia“, sottolineano i parlamentari. “È paradossale che davanti alla realtà delle mafie, alla loro capacità di espandersi a livello globale e di penetrare ogni settore della vita democratica si discute di ergastolo ostativo. La nostra legislazione prevede benefici per coloro che collaborano con la Giustizia. Ed è anche questa una realtà complessa in cui assistiamo a benefici per boss mafiosi sanguinari che però aiutano lo Stato a smantellare intere organizzazioni”.
I parlamentari continuano dicendosi “veramente perplessi di fronte alla possibilità che piuttosto di ragionare di una legislazione europea, efficace e severa, una legislazione che non conceda tregua ai mafiosi, gli stessi abbiano la concreta possibilità di fare causa allo Stato. Per quanto ci riguarda, siamo in linea con quanto affermato dal ministro Bonafede e rilanciamo le nostre fondate preoccupazioni. L’Italia ha una delle migliori e più efficaci legislazioni nel contrasto alla criminalità organizzata e l’Europa non può che apprendere da noi piuttosto che ostacolarci”.
Contro lo stop all’ergastolo ostativo si è schierato anche il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, che, a Palermo per partecipare alla tre giorni organizzata da Fondazione Magna Grecia dal titolo Sud e Futuri, ha dichiarato: “Quella legislazione ha avuto positivi risultati e ha consentito le collaborazioni. Nel momento in cui dovesse venir meno, se l’ergastolo si trasformasse in una pena diversa è certo che tutti i risultati positivi fino a ora conseguiti non si avrebbero più”.
“Per valutare l’esigenza di mantenere l’ergastolo nei confronti dei mafiosi e dei terroristi – ha proseguito il procuratore – bisogna rivivere quella che è stata la nostra storia e i meccanismi di funzionamento delle organizzazioni mafiose. Chi è mafioso non smette mai di esserlo e la sua pericolosità va calibrata rispetto ai ruoli che ha avuto”. Per Cafiero De Raho l’ergastolo è “un deterrente perché i mafiosi possono ritornare sul territorio e operare anche dopo stragi e omicidi”, ma è anche “l’unico strumento attraverso cui spingere alcuni mafiosi a trovare una condotta di vita diversa. Le collaborazioni spesso hanno trovato origine in condanne all’ergastolo. Modificare questa disposizione finirebbe per affievolire l’esigenza degli stessi mafiosi di rinnegare l’ambiente di provenienza”.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, affida il suo pensiero a un post su Facebook, in cui ricorda che “da sempre il MoVimento si batte contro la mafia e i mafiosi. La storia del nostro Paese ci ha lasciato in eredità troppo sangue e dolore. Ancora oggi siamo davanti a un fenomeno che, nonostante l’ottimo lavoro di magistratura e forze dell’ordine, continua a rimanere vivo nel nostro Paese”
“Uno degli strumenti a disposizione della giustizia italiana è quello dell’ergastolo ostativo. Una delle tante intuizioni del magistrato Giovanni Falcone che ci ha permesso di contrastare con fermezza mafiosi e terroristi -prosegue il ministro degli Esteri- Un condannato per mafia, o per reati gravi come il terrorismo, può usufruire di benefici penitenziari solo se decide di collaborare con la giustizia. E chi non collabora deve scontare la sua pena. Vi dico tutto questo perché nei prossimi giorni è atteso il verdetto della Grande Camera sul ricorso che il governo ha fatto alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che lo scorso giugno ha detto che l’ergastolo ostativo rappresenterebbe una violazione dei principi della dignità umana“.
Poi il titolare della Farnesina elenca gli scenari possibili in caso di eliminazione dell’ergastolo ostativo: “In base alla decisione della Grande Camera potremmo trovarci a dover affrontare una serie infinita di ricorsi da parte di questi detenuti, con il serio rischio di ritrovarci fuori dal carcere anche boss mafiosi e terroristi”, conclude Di Maio.