Cronaca

Torino, il Comune impone lo sgombero del “Suq” abusivo al Balon. M5s si divide sulla decisione della sindaca Appendino

Lo si legge in un’ordinanza comunale datata 27 dicembre e violata per 38 settimane. Sabato mattina, i venditori abusivi hanno trovato new jersey in cemento a impedire l'ingresso all'area. La decisione ha suscitato le polemiche del centro sinistra, degli antagonisti, ma anche all’interno della maggioranza pentastellata

I venditori abusivi nella zona del mercato di libero scambio, il cosiddetto suq, in una zona dietro il mercato di Porta Palazzo e del Balôn, il mercato delle pulci, dovranno spostarsi in un luogo più distante, vicino al Cimitero monumentale. Così vuole un’ordinanza del Comune di Torino, amministrato da Chiara Appendino, datata 27 dicembre e violata per 38 settimane. A “comunicarlo” ai venditori sono state le file di new jersey piazzati venerdì mattina nella zona per impedire l’arrivo dei venditori.

La decisione ha suscitato le polemiche del centro sinistra, degli antagonisti, ma anche all’interno della maggioranza M5s che si è divisa. “Ogni barriera alzata, portone sbarrato, spazio chiuso è segno di debolezza”, ha scritto su Facebook la capogruppo Valentina Sganga. Si dissocia da lei il collega Andrea Russi: “Finalmente, dopo quasi 19 anni di tensioni, si sta per concludere l’esperienza del suq che ha portato a un crescendo di tensioni e a una convivenza sempre più difficile con gli abitanti del quartiere”, scrive. “Di leghista in questa operazione non c’è proprio nulla – ha risposto Appendino stasera – È un’operazione che risponde alle esigenze del territorio”. Molti abitanti di 21 condomini, insieme ai commercianti della zona, spesso sostenuti dal centrodestra, hanno protestato contro il disordine in cui si ritrovano dal venerdì notte fino al sabato sera a causa del suq.

Il mercato di libero scambio del sabato mattina è nato circa 18 anni fa per permettere alle persone, soprattutto poveri, disoccupati e stranieri, di poter guadagnare vendendo oggetti recuperati da cantine, soffitte o cassonetti. “Il decreto Bersani del 1998 aveva tolto ai cosiddetti stracciaroli la possibilità di vendere senza autorizzazioni”, ricorda Alessandro Stillo, vicepresidente dell’associazione ViviBalon che gestisce l’area del libero scambio. “In seguito ad alcune proteste, nel 2001 la Città di Torino ha istituito quest’area per permettere a chi non aveva licenze di poter vendere gli oggetti che raccolgono”.

Ogni sabato quasi 400 venditori possono esporre i loro prodotti di recupero: “Con questa attività evitiamo che ogni anno finiscano nell’immondizia almeno duemila tonnellate di oggetti che vengono riutilizzati e quasi 400 famiglie si guadagnano da vivere”, continua Stillo. L’associazione si occupava di fornire gli spazi per 13 euro al giorno, necessari per pagare il suolo pubblico, le pulizie, lo smaltimento dei rifiuti e il personale. Tutto ciò per cercare di mantenere un po’ di ordine. Negli ultimi anni, però, il numero di venditori è aumentato e sono aumentati anche i disagi di residenti e commercianti, che si lamentano soprattutto per il rumore, il caos e la sporcizia. Così il 27 dicembre 2018 è arrivata l’ordinanza che obbligava i venditori a lasciare entro la fine di gennaio l’area per spostarsi vicino al cimitero. Da allora l’associazione ViviBalon si è trasferita nell’area di via Carcano, ma i venditori no. Così, nelle ultime settimane, polizia e municipale hanno intensificato i controlli multando gli abusivi e gli automezzi non in regola, fino all’installazione delle barriere di cemento avvenuta venerdì mattina. “Stamattina, in via Carcano, 239 espositori, poco più della metà, si sono presentati e hanno acquistato il posto – racconta Stillo – Si è presentato anche un po’ di pubblico”.

Altri, invece, affiancati dagli antagonisti, sono rimasti nell’area per continuare a vendere e fare barricate con cassonetti rovesciati. “Lo storico mercato popolare non è più compatibile con i cambiamenti del quartiere: Porta Palazzo è la nuova miniera d’oro per investitori privati e pubblici – era scritto in un volantino diffuso stamattina – Vogliamo opporci a tutto questo e far sì che il quartiere resti popolare e attraversabile da tutte e tutti”.

Da tempo da più parti viene denunciata l’opera di gentrificazione della zona, cominciata con l’apertura della Scuola Holden, la costruzione della sede della Lavazza, lo sgombero dell’Asilo occupato e l’apertura del Mercato Centrale lì dove c’è Porta Palazzo. Secondo Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione comunista, questa è “un’operazione che sa molto di ghettizzazione. Si è deciso di espellere dal Balôn, storico mercato delle pulci di Torino, i venditori più poveri. L’obbiettivo del Comune è nascondere il più possibile i venditori poveri, relegarli in zona periferica, dietro al cimitero della città”. La messa in sicurezza dell’area di libero scambio dietro Porta Palazzo “non è stata un’operazione di polizia, ma di supporto a un percorso iniziato a gennaio con ambulanti e associazioni – ha detto stasera il prefetto Claudio Palomba – In questi mesi abbiamo effettuato numerosi sopralluoghi e visto tanta sofferenza. La povertà si supera accompagnando le persone in percorsi di autonomia”.