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Chiude a Torino il “bordello” delle bambole hot: calo delle prenotazioni

Addio quindi a Eva, Naomi, Ilary, Molly, Kate, Arisa e Alessandro. Tariffe non proprio popolari (80 euro mezz’ora, 100 un’ora, 180 due ore) l’esperimento bambole hot modello casa d’appuntamento rimane comunque aperto, per chi fosse in giro per lavoro e/o piacere, a Barcellona, Mosca e a Nagoya in Giappone

di Davide Turrini

Addio bambole hot. Chiude a Torino il “bordello” italiano di LumiDolls dopo nemmeno un anno di attività. Una casa d’appuntamento sui generis, perché al posto di fanciulle in carne ed ossa ci sono state, finché è durato, bambole termoplastiche in materia pieghevole e snodabile. Motivo della repentina chiusura? Per esercitare la propria funzione commerciale la struttura di Borgo Vittoria, a nord del capoluogo piemontese, era diventata letteralmente un bed and breakfast con registrazione ora dopo ora dei clienti tramite rilascio dei dati della carta d’identità. Insomma, una “violazione” della privacy che ha portato ad una graduale diminuzione delle prenotazioni. Così a un anno dall’apertura, non senza polemiche (lo spazio bambole hot era stato aperto prima a Mirafiori e posto sotto sequestro), LumiDolls ha deciso di chiudere i battenti. Addio quindi a Eva, Naomi, Ilary, Molly, Kate, Arisa e Alessandro. Tariffe non proprio popolari (80 euro mezz’ora, 100 un’ora, 180 due ore) l’esperimento bambole hot modello casa d’appuntamento rimane comunque aperto, per chi fosse in giro per lavoro e/o piacere, a Barcellona, Mosca e a Nagoya in Giappone.

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