Cambia pelle, stile e mentalità, ma la Juventus resta per il momento la più forte di tutte. Il derby d’Italia di San Siro dice questo: i bianconeri che vincono 2-1 restano i più forti, pur essendo una squadra profondamente diversa da quella che ha dominato in questi anni, se non negli uomini, grosso modo gli stessi, di sicuro nella mentalità e nel gioco. La sensazione è che quel dominio possa continuare dunque. E se il gol decisivo è di Gonzalo Higuain – uno che già c’era, è andato via ed è tornato a segnare come prima – quella sensazione si fa più forte.
È una bella Juve quella che firma il primo ko dell’Inter di Antonio Conte in campionato e si riprende il primo posto in classifica: pochi calcoli, pressing a tutto campo, possesso e intensità anche a costo di prendere qualche rischio e di perdere qualche punto in solidità, ex marchio di fabbrica dell’era di Allegri: contro i nerazzurri va in scena il primo vero saggio di “Sarrismo” bianconero, contro una Inter buona, molto buona, ma che ha ancora da lavorare per mettersi alla pari di Bonucci e compagni.
Certo la gara dei bianconeri parte subito in discesa con Dybala (dentro un po’ a sorpresa a discapito di Higuain in formissima) che al 4′ si inventa un sinistro incredibile, con una traiettoria in diagonale che si infila sul secondo palo e potrebbe raddoppiare qualche minuto dopo con Cristiano Ronaldo che coglie in pieno la traversa. L’Inter però è brava a riorganizzarsi, a giocarsela, pur perdendo subito per infortunio il suo uomo chiave, Stefano Sensi, e a trovare il pari su rigore con Lautaro Martinez per un mani di De Ligt e poi a spaventare due volte i bianconeri con Lukaku e soprattutto con Vecino nel secondo tempo. Prima l’uruguagio colpisce il palo esterno pareggiando il conto con Ronaldo e poi tira dritto sul portiere la palla del possibile 2-2.
La Juve ai punti però è migliore e poter mandar dentro il Pipita di questi tempi vale il colpo del ko. Sconfitta pesante per l’Inter, visto che arriva subito dopo quello col Barcellona in Champions: una sorta di esame da grande fallito, ma per quanto fatto vedere in campo la sensazione è che il giudizio potrebbe cambiare presto. I bianconeri restano per il momento sì i più forti, ma l’Inter di Conte è comunque competitiva: per spirito, solidità e rosa i nerazzurri sembrano aver scalzato il Napoli almeno nel ruolo di principale antagonista di Sarri e dei suoi.
E se l’Inter può tranquillamente diventare l’anti-Juve c’è da chiedersi cosa potrebbe diventare la Juve: gli schemi, il pressing alto e il gioco di Sarri cominciano a venir fuori, i campioni ci sono, e quando sono imbronciati, tristi e solitari l’ex mister del Napoli li fa risplendere con uno schiocco di dita, vedi Higuain, Cuadrado che sembra giocare da terzino da una vita, Matuidi, e a San Siro pure Dybala. C’è materiale per fare molto, molto bene.